Un compromesso sul limite ai contanti che tenga conto della possibile evasione e delle linee europee. Il Governo è al lavoro e ipotizza il tetto di 5 mila euro.
Nella Legge di Bilancio 2023 la soglia limite del pagamento in contanti potrebbe essere alzata fino a 5 mila euro e non a 10 mila euro.
Quanti contanti potremo portare nel portafoglio? Il Governo Meloni è al lavoro per poter fornire una risposta agli italiani nella prossima Legge di Bilancio. Risposta che dovrà tener conto sia della possibilità che l’evasione possa aumentare alzando il limite di pagamento sia delle direttive europee che auspicano ad un movimento di contanti più libero. Ad oggi non è possibile pagare in contanti somme superiori a 1999,99 euro. Il vecchio esecutivo avrebbe ridotto tale cifra a 999,99 euro nel 2023 mentre il nuovo Governo progetta un’inversione di tendenza con un aumento del tetto al contante. Nei giorni scorsi la Lega ha suggerito l’adeguamento ad altre nazioni europee fissando la soglia a 10 mila euro. Tale proposta ha scatenato polemiche nell’opposizione e diviso la popolazione ma ha ricevuto l’appoggio della Premier Meloni. Nella stessa maggioranza c’è, però, chi ha espresso perplessità e teme un aumento dell’economia sommersa. Da qui l’ipotesi di un tetto massimo di 5 mila euro.
Limite al pagamento in contanti, 5 mila euro sarà la decisione finale?
Il problema di un alto limite al contante è l’evasione fiscale. La posizione dell’UE è che in tante nazioni senza tetto massimi l’evasione fiscale è bassissima. Ma noi viviamo in Italia, Paese dei furbetti, e il rischio che l’evasione possa peggiorare è da valutare. La stessa Banca d’Italia, poi, ha appurato come un rapporto diretto tra pagamenti in contanti ed economia sommersa sia palese. Nello specifico, l’1% in più di transizioni in contanti incrementa il sommerso tra lo 0,8% e l’1,8%.
Pareri discordanti con Banca d’Italia vengono sostenuti da Confcommercio e Confartigianato. La correlazione tra contanti ed evasione non è scontata come dimostrano altri Paesi europei (Austria, Ungheria, Germania, Estonia, Finlandia, Lussemburgo, Irlanda, Cipro e Olanda). In più, imporre limitazioni alle forme di pagamento in questo particolare periodo storico potrebbe rivelarsi controproducente.
Un excursus storico
Per costruire il presente occorre gettare uno sguardo al passato. La storia dovrebbe, infatti, insegnare e far comprendere gli errori da non replicare. Con riferimento al tetto ai contanti occorre andare indietro nel tempo fino al 2010 quando il limite è stato di 5 mila euro. Ebbene, quell’anno è stato registrato il livello più basso di evasione fiscale mai raggiunto nel decennio scorso (83 miliardi di euro).
Si sono superati i 109 miliardi di euro, invece, tra il 2012 e il 2014 quando il limite al pagamento in contanti era fissato a mille euro. Nessuna correlazione significativa, dunque, tra tetto al contante più alto ed economia sommersa. A giungere a queste conclusioni il Centro studi Unimpresa. Non solo, la soglia dei 5 mila euro favorirebbe i commerci, si noterebbero effetti positivi sulla crescita economica, il PIL aumenterebbe. Tutto ciò di cui l’Italia avrebbe bisogno in questo momento.