Nelle scorse settimane erano circolate indiscrezioni circa la volontà di inserire una tassa sulle consegne a domicilio e non solo.
Prima che il testo della Legge di bilancio venisse consegnata al Consiglio dei ministri, circolavano voci in merito alla volontà del Governo di introdurre una tassa sulle consegne a domicilio e un aumento delle accise sulle vendite di gioco.
Ad oggi, possiamo affermare con certezza che questi elementi non sono presenti nella manovra di bilancio. Scopriamo come mai.
Tassa sulle consegne a domicilio: la famosa Amazon tax
Oggi abbiamo una certezza che non avverrà alcun aumento delle tasse sulle vincite dei giochi né l’introduzione di una tassa sulle consegne a domicilio. Nella Manovra varata dal governo Meloni lo scorso 21 novembre non è presente la cosiddetta Amazon tax.
Le due ipotesi erano circolate nelle scorse settimane ma, dando un’occhiata al testo approvato, è evidente che le decisioni del governo sono virate su altri obiettivi.
A riportare la notizia relativa alla cosiddetta “tassa sulla fortuna” era stato un prestigioso quotidiano italiano. In quell’occasione, si era ipotizzato l’aumento delle tasse relative alle vincite al gioco d’azzardo in particolar modo al Lotto, SuperEnalotto e Gratta e vinci.
Attualmente i premi vinti con queste categorie di giochi sono tassati al 20%, ma solo per gli importi superiori a €500.
Le indiscrezioni parlavano di un aumento dell’aliquota a un valore compreso tra il 23 e il 25 per cento.
La notizia era poi stata riportata anche dal “Corriere della Sera”, che aveva fatto due conti, scoprendo che la manovra avrebbe ridotto notevolmente le vincite nette. È chiaro che lo scopo avrebbe dovuto essere quello di disincentivare al gioco d’azzardo.
La Amazon tax
Un’altra importante rinuncia riguarda le tasse sulle consegne a domicilio: la Amazon tax.
La tassazione sarebbe ricaduta, ovviamente, sulle consegne a domicilio dei beni acquistati online e trasportati utilizzando mezzi ad alto impatto ambientale.
Tramite questa misura il Governo Meloni intendeva sviluppare e incentivare il commercio di prossimità. Allo stesso tempo, lo scopo della tassa era quello di penalizzare il commercio online, nella speranza di limitare le consegne effettuate con mezzi di trasporto inquinanti.
Tuttavia l’iniziativa del Governo è stata pesantemente criticata e bocciata dalle associazioni di categoria.
In particolare, Netcomm aveva fatto notare che l’introduzione della cosiddetta tassa verde: «non avrebbe tenuto conto del reale impatto economico e ambientale di questo settore sull’intera economia del nostro Paese. Porre un freno a un settore strategico come quello del digitale, che già sta subendo un rallentamento a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi tecnologici e di gestione dell’intera rete, significherebbe minare la competitività dell’Italia sul piano internazionale».