Salta l’accordo tra le associazioni dei datori di lavoro e i sindacati. Scatta l’applicazione dell’articolo 38 del Ccnl lavoro domestico.
La mancata intesa sugli stipendi di colf e badanti si traduce in una vera e propria stangata per le famiglie. Gli stipendi adesso aumenteranno, e non di poco, andando a gravare ancor di più sul budget delle famiglie.
Fumata nera nell’incontro tra la parti datoriali che ieri, 16 gennaio, si sono riunite alle 10:30. Ma dall’incontro tra Fidaldo (Federazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico) e Assindatcolf (Associazione nazionale dei Datori di Lavoro Domestico) coi sindacati (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs e Federcolf) non è uscito l’accordo al termine di quello che era il terzo incontro. L’ultimo previsto dal Ccnl lavoro domestico prima che scattasse l’articolo 38 del contratto collettivo nazionale di lavoro.
E sono cattive notizie per le famiglie. Infatti il Ccnl lavoro domestico prevede l’adeguamento all’80% dell’inflazione nel caso di mancato accordo o di assenza delle parti dopo il terzo incontro.
All’atto pratico l’accordo saltato si ripercuote sui bilanci delle famiglie. La mancata intesa si traduce infatti in un sostanzioso aumento degli stipendi per colf e badanti. Un aumento a spese del datore di lavoro, e dunque per le famiglie.
Come dicevamo, l’applicazione dell’articolo 38 scatta dopo il mancato accordo al terzo incontro tra le parti. L’articolo 38 del Ccnl lavoro domestico dice infatti:
Dopo la terza convocazione, in caso di mancato accordo o di assenza delle parti, il Ministero del Lavoro e Previdenza Sociale è delegato dalle Organizzazioni ed Associazioni stipulanti a determinare la variazione periodica della retribuzione minima, secondo quanto stabilito al comma 1, in misura pari all’80% della variazione del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall’Istat per quanto concerne le retribuzioni minime contrattuali e in misura pari al 100% per i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio.
Il che vuol dire in mancanza di un accordo tra le parti, lo stipendio di colf, badanti e baby-sitter andrà indicizzato e adeguato all’inflazione. I conti in tasca alle famiglie li ha fatti Fidaldo (Federazione Italiana datori di lavoro domestico) sulla base dell’inflazione, rilevata dall’Istat al 30 novembre di ogni anno. Bene, novembre 2022 l’inflazione era a quota 11,8%, equivalente a un aumento di stipendio del 9,44%.
Tradotta in euro, questa percentuale si traduce in media, nel caso di una badante a tempo pieno, in un aumento pari a circa 125 euro al mese. Che in un anno diventano 2 mila euro in più, se consideriamo anche ferie, tredicesima e Tfr.
Nel 2023 sono in arrivo dunque aumenti sostanziosi per le famiglie che applicano le retribuzioni minime contrattuali ai propri collaboratori familiari. Una vera e propria stangata con aumenti che potranno oscillare da un minimo di 109 euro a un massimo di 145 euro al mese.
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