Aumentano i divari a livello mondiale tra ricchi e poveri. Il top-1% detiene il 45,6% delle ricchezza netta globale.
Le fortune si concentrano sempre più nelle mani di una ristrettissima porzione della popolazione mondiale.
Aumentano le disuguaglianze nel mondo, già in crescita a causa della pandemia di Covd-19, trainate dalla crisi energetica e dalla spinta dell’inflazione che hanno fatto schizzare verso l’alto i prezzi di tutti i beni, in particolar modo quelli degli alimentari.
Di conseguenza, la ricchezza si è concentrata sempre più nelle mani di pochi e vede ampie fasce della popolazione impoverirsi progressivamente. È il quadro che spicca dal Rapporto Oxfam, pubblicato come di consueto in apertura del World Economic Forum, previsto dal 16 al 20 gennaio a Davos, sulle Alpi svizzere.
Guadagni stellari per i colossi dell’energia e dell’alimentare
Quest’anno Oxfam – per chi non lo sapesse, è una confederazione di Ong che raduna 18 organizzazioni non governative di diversi Paesi impegnate nella lotta alla povertà – si è concentrata anche sui 95 giganti dell’energia e del settore agroalimentare che nel 2022 hanno totalizzato extra-profitti.
Secondo il rapporto nel 2022 le aziende esaminate hanno ottenuto ricavi in eccesso per 306 miliardi di dollari. Soltanto l’anno scorso i profitti di questi giganti sono cresciuti del 256% rispetto alla media del quadriennio 2018-2019. Di questi extraprofitti, l’84% (257 miliardi) è andato agli azionisti. Il 78% delle imprese ha visto crescere i propri margini di profitto.
La distribuzione delle ricchezze nel mondo
Nei due anni della pandemia, l’uno per cento più ricco ha visto il proprio patrimonio crescere di oltre 26 mila miliardi di dollari, il 63% dell’aumento della ricchezza netta del mondo (42 mila miliardi di dollari). Si tratta di quasi il doppio della quota (37%) andata al restante 99% della popolazione globale. Superato quindi il record del decennio 2012-2021, quando l’1% più ricco si era accaparrato il 54% (comunque più della metà) dell’aumento della ricchezza mondiale. È anche la prima volta in 25 anni che aumentano allo stesso tempo la povertà estrema e la ricchezza estrema.
In media, dal 2020 a oggi, un miliardario ha visto lievitare il proprio patrimonio di circa 1,7 milioni di dollari per ogni dollaro di incremento patrimoniale di una persona che rientra nel 90% di individui meno ricchi. Una concentrazione di ricchezza che nemmeno il crollo dei mercati azionari nel 2022 ha arrestato. Negli ultimi tre anni le ricchezze dei miliardari sono cresciute di 2,7 miliardi di dollari al giorno, al termine di un decennio che ha assistito al raddoppio delle ricchezze dei più ricchi. A fine 2021 l’uno per cento dei paperoni deteneva il 45,5% della ricchezza mondiale, mentre i più poveri detenevano soltanto lo 0,75%.
Miseria nera in aumento
Sono invece più di 70 milioni le persone cadute in povertà estrema nel 2020, dovendo vivere con meno di 2,15 dollari al giorno. La povertà estrema è cresciuta dell’11%. Le stime a livello globale indicano che nel 2021 tra 702 e 828 milioni di persone hanno sofferto la fame (quasi una su dieci). Dappertutto l’insicurezza alimentare risulta più alta tra le donne che non tra gli uomini.
Il boom dell’inflazione ha portato a un calo dei salari reali di molti lavoratori. In 96 Paesi, stando all’analisi di Oxfam per il 2022, sono almeno 1,7 miliardi i lavoratori che vivevano in zone in cui il costo della vita, e dunque l’inflazione, si è rivelato superiore alla crescita dei salari. Uno scenario peggiorato dal giro di vite sule politiche fiscale. Sempre Oxfam stima che tra 2023 e 2027 tre quarti dei governi del mondo (si tratta di 148 Paesi) progettano una riduzione della spesa pubblica (anche per istruzione e sanità) per una cifra totale di 7.800 miliardi di dollari.