Con la crescente consapevolezza dei danni e dei rischi prodotti dai cambiamenti climatici anche le aziende e gli investimenti puntano sempre più verso il “green”.
Sono molti i settori strategici in cui sarà necessario investire per arrivare a una transizione ecologicamente sostenibile per il pianeta.
Otto miliardi: è il numero di abitanti della Terra, raggiunto da poche settimane. Una popolazione in aumento che porterà anche a una crescita della domanda globale di energia. Si prevede che aumenterà ancora del 50% entro il 2050, quando gli abitanti del pianeta saranno arrivati a nove miliardi di persone.
Da qui lo slogan – o meglio il monito – lanciato ai leader mondiali durante la Cop27 (la conferenza Onu sul clima) dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres: “Cooperare o morire”. Il cambiamento climatico e l’inquinamento infatti hanno ricadute negative non solo sull’ambiente, ma anche sull’economia e la società.
Da qui l’importanza di investire in aziende e prodotti finanziari che combattono i cambiamenti climatici. Diversi prodotti finanziari infatti riguardano aziende di tecnologia e software “sostenibili”. Sono definite così perché emettono una minore quantità di CO2. C’è anche un altro approccio: quello che attiva la catena di valore alla fonte per aiutare le società che, grazie alle loro soluzioni, permettono ai clienti di “decarbonizzarsi”.
Una strada particolarmente raccomandata dalla Cop27, che ha ribadito l’importanza di investire nello sviluppo sostenibile. Si stima che per arrivare e zero emissioni nette entro il 2050 occorreranno investimenti, da qui al 2030, pari a 4.000 miliardi di dollari annuali in energie rinnovabili e altri 4-6.000 miliardi di dollari in economia a basse emissioni di CO2.
Energie rinnovabili e trasporti sostenibili
Uno dei settori principali per gli investimenti sarà naturalmente quello dell’energia. Dove sarà necessario sostenere le società che sviluppano energia pulita e l’elettrificazione rinnovabile del sistema energetico. Questo vale soprattutto nel campo della mobilità. Stando ai dati di Our World In Data il trasporto su strada rappresenta il 16% di tutte le emissioni di CO2. In questo campo dunque l’elettrificazione può fare la differenza. Significativo che nel 2021 le vendite di auto elettriche si siano praticamente raddoppiate rispetto al 2020.
Anche l’approvvigionamento di chip e di altre componenti tecnologiche si rivelerà fondamentale data la digitalizzazione sempre crescente (non soltanto della auto, ma anche di aerei e treni). Come ha spiegato Francesco Conte, gestore del Climate Change Solutions Fund, nel corso dell’evento del Corriere Economia del futuro, l’obiettivo è quello di ricostruire una filiera domestica per riportare la produzione in Europa.
Edilizia e agricoltura sostenibili
Altre vie per uno sviluppo sostenibile passano per l’edilizia green. È noto infatti che gli immobili producono il 18% delle emissioni globali di carbonio. Da qui la necessità di impegnarsi, anche nell’allocazioni di capitali, nel campo dell’edilizia sostenibile, della riqualificazione energetica e delle costruzioni con minore quantità di carbonio. In particolare investendo in quelle tecnologie e software che già oggi consentono di ridurre del 30% il fabbisogno energetico di un palazzo, ha spiegato Conte.
Anche il settore agricolo può fare la sua parte. Importante, come indica l’ Agenda Onu 2030, arrivare a una produzione alimentare sostenibile in grado di ridurre sprechi, consumo di suolo e risorse, prime fra tutte l’acqua. Si tratta di “pratiche agricole resilienti” capaci di aumentare la produttività e, al tempo stesso tempo, di preservare gli ecosistemi. “Domani – ha detto Conte – potrebbe crescere il vertical farming, ma già oggi l’agricoltura di precisione permette di essere il 30% più efficienti”.
Infine, sarà necessario cambiare il modello di produzione e di consumo – anche grazie alle tecnologie per la riduzione dei rifiuti e il riciclo. Sarà insomma da ripensare l’economia, in maniera che da lineare diventi circolare.