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Finanza

BTP: perché il rendimento salirà sopra il 7% entro un anno. La fortuna dei titoli indicizzati

Si prospetta un anno ricco di incertezze con una caduta del Pil variabile, modesta e contenuta secondo alcuni o imprevedibile secondo chi si riallaccia alle sorti dell’Ucraina come variabile sull’energia.

Una recessione blanda o più profonda della zona euro può avvicinare il rendimento del BTP a nuovi record storici e tipici delle crisi con un orizzonte sconosciuto.

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Mentre Standard & Poor’s, prevede crescita zero quest’anno e un aumento del Pil dell’1,4% nel 2024 l’allargamento dello spread con il Bund sarà notevole e almeno pari a 200 punti. Il differenziale tra Btp e Bund attualmente intorno a 175 punti, ai minimi dall’aprile 2022. Il Titolo di Stato italiano ha un rendimento del 3,75% sceso negli ultimi giorni in attesa delle prossime decisioni di politica monetaria della BCE previste per il 2 febbraio.

Sul fronte dell’energia ci aspettano ancora due inverni difficili; a dominare sarà la volatilità sul mercato del gas, che non aiuterà famiglie e imprese italiane.

Il picco dei rendimenti dei BTP va in linea con quello di tassi di interesse che nella lotta contro l’inflazione farà di tutto per proseguire con incrementi almeno fino a maggio. Non si invertirà nel complesso la rotta restrittiva della politica monetaria; Continuando contemporaneamente ad alleggerire il bilancio mensilmente con i programmi di Quantitative easing la BCE cerca di riportare la zona euro dal 9,2 di dicembre a target di inflazione del 2%.

Le prospettive di inflazione in l’Italia per il 2023 e il calendario ufficiale delle nuove emissioni

Secondo la stima di Francoforte l’obbiettivo per la zona euro può essere raggiunto nel 2025. Per l’Italia S&P si aspetta un’inflazione al 6,1% quest’anno per poi ridimensionarsi al 2,3% l’anno prossimo e al 2% nel 2024. Significa che verosimilmente questo è l’anno decisivo per la variazione di quotazioni e rendimenti sui nostri Titoli di Stato.

Il calendario ufficiale delle emissioni di debito pubblico è stato pubblicato; per il mese di febbraio ci sono sei appuntamenti.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha previsto l’emissione dei titoli di Stato per le seguenti date:

  • 10 febbraio: Asta BOT
  • 14 febbraio: Asta medie e lunghe scadenze
  • 22 febbraio: Asta BTP Short – BTP€i
  • 23 febbraio: Asta BOT
  • 24 febbraio: Asta medio-lungo

Per quanto riguarda i Bot vengono collocati tramite aste competitive, che si tengono a metà mese per i Bot a 12 mesi e a fine mese per quelli a 6 mesi. Verosimilmente a febbraio quindi, salvo diverse comunicazioni, la prima data disponibile sarà dedicata ai BOT a 12 mesi mentre l’asta del 23 febbraio riguarderà i Bot semestrali.

Aste medio lungo, cosa si intende e quali sono le scadenze?

I Btp sono titoli a medio lungo termine. Sono tra i titoli di Stato con la maggiore variabilità delle scadenze. I BTP con una cedola fissa pagata semestralmente hanno una durata che va dai 18 mesi a: 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 fino a 50 anni.

Aste Btp Short Term e Btp€i: quali sono le caratteristiche dei Titoli di Stato del 22 febbraio?

L’asta del 22 febbraio è dedicata ai titoli a breve termine, BTP Short Term e ai titoli indicizzati all’inflazione europea Btp€i.

Per quanto riguarda i primi, si tratta di titoli emessi nel 2021 in sostituzione dei CTZ. I BTP Short Term sono semplici BTP che a differenza di quelli ordinari hanno una scadenza compresa tra i 18 ed i 30 mesi.

Il Btp indicizzato all’inflazione europea è invece un titolo di Stato che fornisce all’investitore una copertura contro l’aumento dell’inflazione europea pagando cedole rivalutare in base alle variazioni dell’inflazione dell’area euro.

Conviene investire su un BTP ordinario o su un BTP indicizzato?

Prendendo a riferimento i due titoli di Stato come il BTP 2028 e il BTP Italia 2028 è possibile osservare che;

  1. Il Btp Tf 2,80% Dc28 Eur con codice ISIN IT0005340929 può essere acquistato oggi a 97,73 e ha un rendimento netto al 2,88%.
  2. Il Btp Italia 1,60% Nv28 Eur con codice ISIN IT0005517195 ha invece una quotazione di 97,69 e renderà a scadenza un interesse a cui bisogna aggiungere l’inflazione.

Se questa rimane invariata sul livello attuale il rendimento del BTP Italia ammonterebbe al 11,59% netto. Tuttavia, entro un anno essa può drasticamente ridursi fino ad azzerare la sua crescita rispetto all’obbiettivo del 2% alla fine del 2024.

Le previsioni per questo anno parlano di una inflazione in diminuzione fino al 6% circa, con questa ipotesi avremmo un rendimento del 8,15% netto. Una convenienza di non poco conto considerando che diminuita l’inflazione, recuperata la stabilità monetaria si modificherà il sentiment di avversione al rischio con aumento di quotazioni e crollo dei rendimenti su tutti i BTP.

Lo scenario e la convenienza dei BTP Italia in caso di inflazione zero

In caso di inflazione zero, tuttavia il BTP classico offre un rendimento netto del 2,88% mentre il BTP Italia un rendimento netto del 2,15%. Si tratta di una differenza molto lieve e ottenuta in base a uno scenario irrealistico di inflazione che dovrebbe passare dal 11% e mantenersi a zero fino alla scadenza del 2028.

Vale la pena quindi rischiare un rendimento inferiore di 0,73 punti percentuali per ottenere un guadagno potenziale maggiore solo per quest’anno intorno agli 8 punti percentuali. È sufficiente che l’inflazione da oggi al 2028 sia superiore allo 1%, per rendere più conveniente il BTP Italia con un rendimento netto del 2,89% superiore al BTP ordinario.


    Andrea Carta

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