I prezzi delle verdure, ultimamente, sono saliti vertiginosamente. Ma cosa sta succedendo nei supermercati italiani? Il fenomeno anche da McDonald’s.
Da ormai un anno stiamo assistendo all’aumento di prezzo di qualsiasi bene primario, alimentare e non. Per fare il pieno di benzina dobbiamo varcare i confini, ma non è l’unico dramma.
Tra gli scaffali dei supermercati troviamo prezzi sempre più alti. Le stime parlano di un aumento a carrello del 12%, ma detta così non sembra neanche troppo grave.
Invece, quando per portare a casa 3 buste di prodotti dobbiamo tirare fuori 70 euro, cominciamo a capire che c’è un grosso problema.
Potremmo disquisire su quali siano le cause, o dare colpa alla guerra e alle speculazioni. Ma oltre a questo c’è un altro fenomeno: le scelte (opinabili) effettuate da alcuni supermercati. Siamo andati in una catena di questi e abbiamo anche fatto un paragone con il famoso ristorante fast food, McDonald’s, e ciò che ne esce è un dato su cui riflettere attentamente.
Partiamo un po’ da lontano e ricordiamo come ogni giorno riceviamo informazioni sui benefici di una dieta sana, a base prevalentemente di verdure, cereali, frutta e pochi cibi raffinati. Ormai sappiamo che mangiare troppa carne rossa, troppi salumi, cibi industriali e zuccheri ci porta quasi inevitabilmente a pressione alta, diabete, obesità, e rischio ictus e infarto.
Dovremmo mangiare 5 porzioni al giorno di verdura e frutta e limitare i cibi sopra elencati. Gli esperti consigliano di acquistare alimenti a chilometro zero, magari biologici, o di sicura provenienza.
Sulla carta, tutto facile. Poi quando andiamo al supermercato troviamo etichette (seppur a norma) che per i non addetti ai lavori non hanno significato. Le materie prime arrivano da chissà quali Paesi e noi non riusciamo a comprenderlo.
Non mancano allarmi quotidiani di pasta con tracce di glifosfato, frutta contaminata da pesticidi, elementi potenzialmente tossici che si trovano nel pesce fresco o inscatolato, e via dicendo. La crisi economica, poi, ci costringe a comprare alimenti di più bassa qualità, perché così risparmiamo. Ma la nostra salute è a rischio.
Anche volendo tutelarci, però, potrebbe risultare davvero difficile, soprattutto se non abbiamo un portafogli gonfio di banconote. Ecco cosa sta succedendo in alcune realtà della Grande Distribuzione.
Quando andiamo in un supermercato abbiamo certamente molta scelta. All’Esselunga, come in altri, possiamo trovare cibi freschi, surgelati, a lunga conservazione e anche già pronti. Quest’ultima categoria è certamente comoda, visto che spesso arriviamo a casa dal lavoro e non abbiamo tempo di cucinare. O più semplicemente non amiamo farlo, e ci affidiamo alle mani degli esperti, che lo fanno al posto nostro.
Guardando nel banco di un supermercato Esselunga, però, non possiamo non notare i prezzi di alcune verdure già pronte. Nel senso che sono cotte e dobbiamo aggiungere i condimenti a piacimento. Ad esempio le confezioni sottovuoto di spinaci e cime di rapa da 350 grammi l’una. Il prezzo varia passando dai 3 ai 4 euro circa. Significa che, al chilo, queste verdure cotte costano qualcosa come dai 9 ai 10 euro e oltre.
La cosa sconcertante è che se andiamo nel banco della carne troviamo il pollo (cotto e con le patate arrosto) a un prezzo inferiore: circa 8,50 euro al chilo.
Indipendentemente dai gusti, viene voglia di gustarsi un buon pollo arrosto perché costa di meno che una cima di rapa bollita. Però sappiamo che quest’ultima è certamente più salutare.
Un fenomeno simile accade anche nei famosi ristoranti fast-food, ovvero McDonald’s. Se vogliamo ordinare un’insalata spendiamo 5 euro. Con la stessa cifra possiamo però acquistare anche un Big Mac, che ha due bei hamburger di manzo al suo interno. Insieme a insalata, cipolle, formaggio e cetriolo.
Sicuramente nei supermercati, così come al fast -food, possiamo scegliere. Anche orientandoci nel reparto delle verdure fresche, però, troviamo prezzi esorbitanti. I cibi industriali, invece, costano pochissimo. Facendo due conti, risparmiamo a carrello ma ne perdiamo in salute. Conviene davvero riflettere su questo fenomeno, perché con un po’ di impegno e informazione possiamo comunque mangiare sano, anche senza spendere una fortuna.
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