La Vitamina D è molto importante per l’organismo, ma gli integratori funzionano sempre? Non in questo caso: ecco cosa c’è da sapere e lo studio
Come in molti sicuramente già sapranno, la Vitamina D è un importante alleato per la salute dell’organismo, ma gli integratori potrebbero non funzionare in alcuni casi: ecco cosa c’è da sapere a riguardo e lo cosa dice lo studio sull’argomento.
È ormai noto che la Vitamina D è utile per diverse funzioni. Tra queste, infatti, vi è quella inerente al sistema immunitario ed anche a rendere le ossa maggiormente forti. Inoltre, consentirebbe anche di diminuire il rischio di insorgenza di un tumore.
Secondo una recente ricerca, però, l’integratore di vitamina D potrebbe non avere effetto se si ha qualche chilo di troppo oppure si è obesi. Dallo studio è emerso che tali soggetti hanno riscontrato pochi benefici dall’assunzione di integratori. Inoltre, com’è noto, la condizione di obesità potrebbe portare importanti rischi per la salute umana.
Vi è però una motivazione per cui gli integratori avrebbero minor presa sulle persone in sovrappeso. Pare che, tali soggetti, abbiano difficoltà a metabolizzare tale sostanza a causa del grasso in eccesso.
La ricerca ha reso noto che i soggetti affette da obesità presentavano livelli minori di vitamina D rispetto ai soggetti sani e che prendevano il medesimo integratore.
L’esperta Tobias, a capo dello studio, ha spiegato di aver notato risposte diverse nei soggetti che assumevano la vitamina D ed avevano un BMI alto. L’esperta ha continuato spiegando che pare vi sia qualcosa di dissimile rispetto al metabolismo di tale vitamina nei soggetti con obesità. Di conseguenza, la ricerca effettuata potrebbe dare una mano a comprendere quale sia il problema nello specifico.
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Ritornando all’argomento cardine di questo articolo, la ricerca in questione è stata resa nota su JAMA Network Open. Gli studiosi sono riusciti a condurre una delle ricerche più grandi e lunghe aspetto alla vitamina D.
La ricerca, infatti, ha coinvolto ben 26.000 soggetti e questi sono stati monitorati per 5 anni. Le persone assumevano l’integratore quotidiano di Vitamina D. I soggetti in esame avevano oltre cinquant’anni e all’inizio della ricerca non erano affetti da patologie.
Metà dei soggetti interessati ha preso compresse che contenevano 2.000 UI di tale vitamina ogni dì. Mentre la restante metà rientrava nel gruppo placebo. Di conseguenza, questi hanno assunto una compressa placebo.
Gli studiosi erano interessati a capire se il peso dei soggetti poteva influire sull’assorbimento di tale vitamina. Per fare ciò si sono serviti di un gruppo di 16.000 soggetti. Questi avevano fatto le opportune indagini all’inizio dello studio e poi nei 2 anni successivi al termine di questo.
Un ulteriore gruppo era formato da 6.600 soggetti. Questi avevano un BMI corrispondente al sovrappeso, mentre 4.400 soggetti erano definiti come obesi oppure patologicamente obesi.
La ricerca ha poi prodotto dei risultati. Tutti i soggetti analizzati hanno mostrato un aumento del livello di tale vitamina. Però, i soggetti non in sovrappeso hanno mostrato livelli maggiormente alti.
I ricercatori hanno spiegato che la ricerca ha chiarito i motivi per cui si assiste ad una diminuzione del trenta quaranta per cento delle morti per tumore. E non solo anche dell’insorgenza delle patologie autoimmuni ed anche di ulteriori esiti integrando tele vitamina se si ha un peso corporeo minore.
Dallo studio con dati VITL è venuto fuori che integrando la vitamina in questo si hanno effetti benefici rispetto a diversi aspetti riguardante la salute umana. Questo, in particolare, riguarderebbe i soggetti che hanno un BMI minore di venticinque.
Gli studiosi hanno poi spiegato che chi è in sovrappeso potrebbe avere qualche problema nella produzione e nell’elaborazione di tale vitamina. Di conseguenza, i livelli di questa risulterebbero minori. Per leggere lo studio completo cliccare QUI.
Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi.
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