Una nuova possibilità per i lavoratori italiani tra emendamenti e correzioni sulla riforma delle pensioni.
La misura Opzione Donna torna al centro del dibattito politico, con eventuali modifiche rispetto alla novità della Manovra 2023.
Sullo sfondo dei lavori avviati dal nuovo Governo spunta la richiesta tramite emendamento al decreto omnibus, di proroga dei requisiti e regole su alcuni aspetti del sistema previdenziale. I lavori sulla riforma previdenziale sono in effetti partiti proprio in questi giorni, con il primo tavolo tecnico tenutosi il 19 gennaio che ha coinvolto legislatori e parti sociali; al centro del dibattito giovani lavoratori e donne. Si tornerà a discuterne ancora il prossimo 7 febbraio.
La richiesta fa parte dei 1200 emendamenti dell’opposizione che impone la discussione sulle caratteristiche della tanto attesa riforma del sistema previdenziale. Le novità in questo senso riguardano la pensione delle lavoratrici.
La proroga sulle pensioni con Opzione Donna
La proroga mira a concedere la pensione anticipata non soltanto alle tre categorie oggi previste: caregiver familiari, disabili, esuberi aziendali, ma a tutte le lavoratrici con 58 e 59 anni rispettivamente per le dipendenti e le autonome; entrambe con un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni.
Si tratta sempre di una misura parziale che si innesta sul compromesso tra spesa pubblica possibile e la volontà politica. I costi di una riproposizione integrale dell’Opzione Donna sono proibitivi e al momento è stata esclusa dalla Legge di bilancio.
Se il compromesso potrebbe dunque essere quello di prevedere una proroga temporanea, evitando di ricevere il diritto alla pensione solo a 60 anni. La maggioranza potrebbe accogliere di buon grado l’emendamento assimilandolo alle linee guida della riforma pensioni 2023-2024.
Conciliare le esigenze di flessibilità: la pensione secondo Marina Calderone
Il Ministro del Lavoro, Marina Calderone, cerca di conciliare le esigenze di flessibilità con le prerogative fisiche e sociali di alcune categorie di donne. Sono comprese quelle senza figli oggi tra le meno considerate sul fronte dei benefici.
Il Ministro vuole evitare interventi tampone frustranti e deleteri per l’immagine di fiducia dei lavoratori verso il governo e il fisco. Mentre per gli uomini la legge di bilancio ha previsto Quota 103, l’attuale emendamento al Milleproroghe permette l’uscita anticipata a una platea di beneficiarie più estesa rispetto a quella attuale, oggi limitata a pochissimi soggetti che altresì rinunciano, pur di andare in pensione qualche anno prima a un taglio permanente dell’assegno fino al 25%.