Secondo le stime a disposizione, l’Europarlamento ritiene che entro il 2030 la domanda globale di batterie può aumentare di 14 volte.
È una crescita esponenziale che secondo le stime porterà già nei prossimi anni una crescita possibile dei costi e un miglioramento dell’efficienza. Il tutto dipenderà da quante società saranno tra loro in competizione sul mercato e dai problemi che sorgeranno per lo smaltimento.
In UE per il 2030 sono previsti almeno 30 milioni i veicoli elettrici a emissioni zero. Per questi e per gli altri mezzi elettrici come le biciclette il totale delle batterie industriali può passare dalle attuali 0,7 milioni di tonnellate a quasi 4,4 milioni di tonnellate nel 2035.
I veicoli elettrici, rappresentano circa l’87 % della quota di mercato per le batterie elettriche. Tutto ciò è anche in grado di comportare l’aumento dei prezzi come già accaduto; all’inizio del 2021 infatti i prezzi del litio sono cresciuti fino ad arrivare a un picco di prezzo sette volte superiore nel maggio 2022.
Il litio è una delle materie prime fondamentali per la componente centrale dei motori elettrici. L’aumento del fabbisogno europeo di litio entro il 2050 potrebbe aumentare fino a 60 volte. La batteria necessità oggi di supporto da parte del settore automobilistico; sono necessari investimenti senza i quali non è possibile sopperire alla domanda crescente. Il Litio è infatti utilizzato anche nella produzione di ceramica, vetro e lubrificanti.
I metalli più importanti che possono determinare l’aumento del prezzo per eccesso di domanda o difetto dell’offerta
Tra i metalli importanti per la produzione delle batterie elettriche ci sono il nichel di cui la Russia è responsabile del 20% della fornitura globale. Ci si domanda se è possibile su questo fronte una riduzione dell’offerta motivata dalle avversità dovute alla guerra russo ucraina. Tra gli altri protagonisti sul mercato ci sono Cina, Sud Africa e Brasile che forniscono rispettivamente: il 47% delle forniture per l’UE di grafite naturale e di nichel e il 26% e il 17% della fornitura di manganese.
Le previsioni parlano di una domanda di litio, già raddoppiata tra il 2017 e il 2020, che aumenterà di sei volte fino a 500 kilotonnellate entro il 2030. Per avere un esempio ciò richiederà l’equivalente di 50 nuove miniere medie per estrarre la materia prima.
Il terzo possibile problema sul fronte dei costi è quello del riciclo delle batterie elettriche.
I tassi di raccolta e riciclaggio e la sua resa dipendono dal tipo di batteria. I tassi di raccolta e riciclaggio più elevati si ottengono per le batterie al piombo-acido per autoveicoli (99%). Tra il 90% e il 100% del piombo di queste batterie viene recuperato.
Se mettiamo sotto la lente le batterie agli ioni di litio invece scopriamo che i tassi di riciclo sono bassi e il riciclaggio è impegnativo e costoso. Per questo oggi in Ue non risulta conveniente recuperare il litio delle batterie; il riciclaggio è invece finalizzato al riciclo di cobalto, nichel e rame, considerati economicamente più preziosi.
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Le efficienze di riciclaggio sono stimate tra 80% del rame e al 95 % per il cobalto e il nichel. Nonostante questo in UE il volume dei metalli recuperati utilizzati nella produzione di batterie è molto basso. Per avere un idea alluminio, cobalto, manganese e nichel sono recuperati soltanto rispettivamente per il 12, 22, 8 e 16 %.
La Commissione europea ha già ufficialmente presentato la proposta di un nuovo Regolamento per disciplinare la produzione, l’uso e il riciclaggio delle pile e delle batterie. La disciplina contiene le direttive sui livelli minimi obbligatori di contenuto riciclato per le nuove batterie. Nonostante siano antieconomici i nuovi obiettivi per le batterie al litio entro il 2025 prevedono un riciclo al 65% che arriverà fino al 70% entro il 2030. La proposta di regolamento prevede anche obiettivi specifici di recupero dei materiali: il 90% per cobalto, rame, piombo e nichel e il 35% per il litio, da raggiungere entro tre anni.