Esiste una sola pensione anticipata in senso proprio, mentre sono diverse le pensioni anticipate in senso lato, come ad es. l’opzione riservata ai contributivi puri, o anche l’opzione che riguarda i precoci. Affrontiamo nello specifico la pensione anticipata Inps in senso proprio, onde non confonderla con le altre.
La pensione di vecchiaia, com’è noto, permette di uscire dal mondo del lavoro al compimento dei 67 anni di età, insieme a 20 anni di contributi regolarmente versati, ma non dimentichiamo che esistono dei percorsi agevolati per il collocamento in quiescenza, i quali consentono di pensionarsi con qualche anno di anticipo.
Propriamente con l’espressione ‘pensione anticipata’ facciamo riferimento a quel meccanismo agevolato, introdotto dal primo gennaio 2012, che ha sostituito la precedente pensione di anzianità, e che prevede requisiti ‘congelati’ fino alla fine del 2026. Dal 2027 tornerà invece ad operare l’adeguamento del requisito contributivo a possibili variazioni delle speranze di vita, ovvero quell’indicatore dei livelli di sopravvivenza di una popolazione.
Ma è pur vero che quando si parla di pensione anticipata si è soliti riferirsi anche ad altri diversi meccanismi agevolati, che permettono anch’essi di uscire dal lavoro prima del conseguimento dei requisiti della pensione di vecchiaia. Il riferimento va all’opzione appositamente prevista per i precoci o quella riservata ai contributivi puri.
Di seguito vogliamo tuttavia soffermarci sulla pensione anticipata in senso stretto ed il punto è dunque questo: come si fa ad accedere alla pensione anticipata Inps in oggetto? E quali sono i requisiti specifici? Scopriamolo assieme nel corso di questo articolo, in cui faremo chiarezza su questi percorsi e cercheremo di sgomberare il campo da possibili dubbi o fraintendimenti. I dettagli.
Pensione anticipata Inps 2023: da quale provvedimento è stata introdotta? Il contesto di riferimento
Detto meccanismo è stato previsto dal primo gennaio 2012 dalla Legge Fornero (art. 24 del decreto legge 201/2011) in sostituzione dallo stesso anno della pensione di anzianità. Previsto in passato anche l’abbinamento ad un meccanismo di disincentivazione, che si concretizzava per il tramite di una riduzione del rateo – in rapporto al tempo mancante per il raggiungimento di un limite minimo di età indicato in 62 anni dal citato decreto. Si tratta di un meccanismo di disincentivazione che è stato poi soppresso in modo definitivo con la manovra 2017.
Vero è che la riforma Fornero non ha convinto tutti, ed infatti nel giro di breve tempo sono stati varati interventi legislativi per cercare di ridurre l’impatto delle nuove regole pensionistiche, decisamente meno favorevoli di quelle del passato. Pensiamo dunque al riconoscimento delle attività usuranti, all’Ape sociale, ad Opzione donna e alle varie Quote 100, 102 ed ora 103. In quest’ultimo periodo è diventato un obbiettivo l’uscita anticipata con 41 anni di contributi al di là dall’età. Si tratta di una soluzione che è stata accolta favorevolmente da parte dei sindacati, ma su cui non vi è al momento nulla di ufficiale.
Pensione anticipata Inps 2023: perché è conveniente?
L’aspetto positivo della pensione anticipata è che non avendo un requisito di tipo anagrafico, come invece la pensione di vecchiaia, è possibile andarci a ogni età. Questo perché, come abbiamo visto, il solo requisito è quello contributivo, peraltro differente a seconda che si tratti di lavoratore o di lavoratrice.
E’ vero però che con legge è stata introdotta una finestra mobile, vale a dire un periodo temporale che deve passare da quando sono maturati i requisiti al trattamento previdenziale. In particolare per la pensione anticipata Inps è stata disposta una finestra mobile di 3 mesi, senza alcuna differenza tra uomini e donne.
Lo abbiamo detto in precedenza ma giova rimarcarlo: il requisito contributivo non sarà toccato da eventuali adeguamenti con le speranze di vita fino al 31 dicembre 2026. Quindi nessun dubbio a riguardo, perché fino a quella data l’accesso alla pensione anticipata Inps in senso proprio impone:
- 42 anni e 10 mesi di contributi regolarmente versati per gli uomini;
- 41 anni e 10 mesi di contributi regolarmente versati per le donne.
Ricordiamo anche che la pensione anticipata Inps si rivolge potenzialmente ad una vasta platea di lavoratori, sia del privato che del pubblico, come anche ai lavoratori che hanno aperto una partita Iva, ovvero gli autonomi. Più nel dettaglio questa misura di pensionamento si rivolge ai seguenti lavoratori: gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria – AGO, che comprende il Fondo pensioni lavoratori dipendenti come anche le Gestioni speciali per i lavoratori autonomi; gli iscritti alla Gestione separata Inps; gli iscritti alle forme sostitutive ed esclusive dell’Ago, come ad esempio la Gestione dipendenti pubblici.
Come funziona il calcolo della pensione anticipata Inps?
Per capire come viene quantificato il trattamento, dobbiamo dare un’occhiata al calcolo della pensione anticipata Inps che si compie semplicemente applicando ai contributi pagati il sistema contributivo, quello retributivo o quello misto. In sintesi:
- per i dipendenti che non hanno contributi pagati prima del 1996 o che hanno scelto per il computo nella Gestione separata oppure aderito alla cosiddetta opzione contributiva, il calcolo del trattamento previdenziale è con il sistema contributivo;
- per i lavoratori che vantavano anzianità contributiva al 1996 ma non potevano altresì vantare almeno 18 anni di contributi regolarmente pagati, il calcolo retributivo vale solo per tutti i contributi versati fino al 31 dicembre 1995, mentre per tutti i contributi versati a partire dal 1996 scatta il sistema contributivo di calcolo;
- per i lavoratori che, invece, al 31 gennaio 1995 potevano avere almeno 18 anni di contributi versati il calcolo della pensione si compie invece con il sistema retributivo per tutti i contributi pagati fino al 31 dicembre 2011 e con il sistema contributivo per i contributi erogati dal 2012.
Concludendo, è assai probabile che con l’accesso alla pensione anticipata si vada ad incassare un assegno di ammontare più basso di quello che si sarebbe intascato con la pensione di vecchiaia – attendendo dunque più anni per il pensionamento. E ciò in particolare vale per quanto riguarda la parte calcolata con il contributivo, nella quale è di fatto penalizzato chi va in pensione prima dei 67 anni, per il tramite di un coefficiente di trasformazione meno conveniente.