Quali sono i periodi legati al riscatto dei contributi pensione: di che si tratta, la questione dei costi e i dettagli da sapere in merito
È un tema rilevante e di grande interesse quello inerente al riscatto dei contributi rispetto alla pensione, e dunque i periodo che sono ammessi, e in generale come funziona anche dal punto di vista dei costi e non solo: i dettagli a seguire.
Quando si parla del riscatto dei contributi si fa riferimento ad un elemento d’utilità per andare in pensione. Nel dettaglio, per la copertura di eventuali periodi, per l’appunto non coperti, nel corso della carriere lavorative delle persone. Altresì, a far crescere il livello pensionistico futuro stesso.
Tra gli esempi più famosi il riscatto della laurea, ma non si tratta del solo elemento. Il meccanismo del riscatto contributi pensione si lega ai versamenti di tipo volontario che l’INPS deve preventivamente autorizzare.
La misura oggetto di corresponsione cambia in base ai periodi contributivi oggetto del riscatto. Ma anche a seconda dell’età di chi ne fa richiesta, del sesso e della retribuzione.
Riscatto contributi, quali periodi possono esser riscattati ai fini della pensione
Sono tanti gli elementi legati all’economia, in generale, che destano attenzione. Ad esempio il modello 730 e le differenze tra spese detraibili e deducibili che non tutti sanno: cosa cambia e il significato.
Tornando però al punto in oggetto, è bene approfondire quelli che sono i periodi che possono esser oggetto di riscatto. Secondo quanto prevede la legge, anzitutto vi è lo studio universitario. I soggetti possono riscattare in qualsivoglia momento i periodi che corrispondono alla durata dei corsi legati di studio all’università, ovvero per soltanto una parte di questi.
Vi sono i periodi di lavoro all’estero, nel caso in cui i soggetti abbiano avuto attività di lavoro subordinata in uno Stato estero che non abbia fatto una convenzione con l’Italia. Ancora, i periodi di formazione professionale, studio e ricerca, con rilasciati titoli oppure attestati riconosciuti dal punto di vista legale. Poi, i periodi legati al congedo per gravi motivi familiari, e in tal senso vi è modo di riscattare al massimo due anni.
Ci sono i periodi di assistenza e cura a soggetti con disabilità, massimo cinque anni a patto che vi sia stata la maturazione di cinque anni di requisiti contributivi.
I periodi inerenti l’astensione facoltativa per maternità fuori dal rapporto lavorativo. La lavorative avrà modo di riscattare un periodo non maggiore di cinque anni nel caso vanti un’anzianità di contributi che sia pari quantomeno ad un quinquennio. Infine, i periodi di servizio civile volontario.
Quando si può chiedere e il tema costi dei riscatti contributi ai fini pensionistici
Va rimarcato anzitutto che serve l’autorizzazione da parte dell’Istituto di previdenza. Generalmente si fa domanda in modo telematico ad INPS oppure altro ente pensionistico. Dopo la valutazione del caso, vi è l’autorizzazione della prosecuzione volontaria dei versamenti. A titolo oneroso.
Principalmente, gli ostacoli si legano ai costi inerenti la copertura dei periodi non coperti. Gli importi possono toccare anche cifre rilevanti non sempre affrontabili. Dipende in base a casi e alle diverse gestioni previdenziali.
Gli importi del riscatto cambiano a seconda di 2 elementi. Retribuzione media del soggetto e gestione fondo pensione.
Rispetto ad un ex lavoratore dipendente, i calcoli partono dalla retribuzione media dell’ultimo anno lavorativo su cui è applicata l’aliquota del trentatré per cento. A proposito degli autonomi, quest’ultima è del ventiquattro per cento di quella minima stabilita ciascun anno circa artigiani e commercianti. Rispetto a chi è iscritto a Gestione Separata INPS, è invece del venticinque per cento del reddito annuo. Del trentatré per cento rispetto ai collaboratori.