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Settore auto e stop benzina: Salvini critica la direttiva europea, incredibile quello che ha detto, ma ha ragione?

Settore auto e stop benzina: il nostro Paese sente eccessiva la pressione per la sua economia a causa degli sforzi necessari per cambiare un mercato essenziale, mettendo in difficoltà molti lavoratori.

Si tratta di un contesto in cui altri Paesi europei come Bulgaria, Romania, Slovacchia e Portogallo hanno presentato richiesta ufficiale di slittamento dello stop benzina.

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Oggi la politica di sovvenzione delle auto elettriche si affianca alla volontà della Commissione Europea di perseguire la tabella di marcia che porterà a una riduzione delle emissioni responsabili dell’effetto serra del 55% entro il 2030.

Tutto favorisce motori elettrici e ibridi, oltre che GPL e metano. Dal 2035 auto a benzina e diesel non potranno più essere vendute nei paesi dell’Unione.

Stop delle auto a benzina e diesel: chi ha ragione?

Lo stop delle auto a benzina in seno alla strategia dell’Ue è stato criticato con molti luoghi comuni dal ministro Salvini. Per contrastare le ricadute negativa sull’economia che ruota intorno al settore automobilistico tradizionale l’Europa prevede a partire dal 2025, l’erogazione di aiuti economici tramite un fondo del valore di 10,3 miliardi all’anno per sette anni.

Al momento l’Italia rimane indietro: mancano i punti di ricarica e le 36 mila colonnine esistenti sono per la stragrande maggioranza, il 90% circa di esse, è di vecchia generazione. Oltre questo finché non saremo pronti a produrre l’energia elettrica necessaria dalle fonti rinnovabili stiamo parlando di uno sforzo fino ad allora inutile.  La speranza è che almeno l’impatto dal punto di vista dei cittadini sia positivo visto che l’impatto per alcune aziende sarà devastante. È di questa opinione il leader della Lega Matteo Salvini che fa di tutta l’erba un fascio.

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La politica cerca di frenare un cambiamento che porterà problemi in molti settori legati alla catena del valore delle auto a benzina. Lavoratori e famiglie, hanno più di 12 anni di tempo per ammortizzare i mutamenti atti a incentivare la rivoluzione verde.

Noto come Emission Trading System, è il sistema creato nel 2005 che ha permesso fino a oggi di abbattere le emissioni del 43%. È una sorta di imposta sull’inquinamento motivo per il quale moltissime aziende corrono ai ripari per evitare perdite modificando la loro produzione per renderla il più velocemente possibile a impatto zero. Il mercato dei permessi prevede l’acquisto di quote per ogni tonnellata di Co2 prodotta.

I Paesi in cui si vendono oggi più auto elettriche dipenderanno sempre più dalla produzione cinese?

Tra i Paesi in cui si vendono più auto elettriche in Europa ci sono la Germania il Regno unito e la Francia. A settembre 2022 questi tre mercati hanno raggiunto il 60% della quota di mercato della domanda europea di veicoli ibridi ed elettrici. In modo indiretto l’Ue può dipendere dalla Cina per la produzione di energia elettrica pulita ma non direttamente per le auto elettriche.

Per avere un esempio dalla Cina arrivano il 78% delle celle solari prodotte nel mondo. La Cina ha materialmente raggiunto la posizione predominante nel settore. Il governo centrale ha guidato una massiccia spinta per raggiungere il duplice obiettivo della sicurezza energetica e della decarbonizzazione del Paese; ora chi vuole la tecnologia per costruire pannelli solari ed eolici deve rivolgersi a Pechino o Taiwan.

Nonostante questo l’Europa può fare a meno dei componenti cinesi a basso costo? Sembra che per il prossimo futuro la risposta sia positiva. Il Chips Act europeo può cambiare le regole del gioco dando una svolta importante nella produzione dei semiconduttori. Il fine è raggiungere una quota del mercato globale, passando dal 9 al 20% entro il 2030.

Concorrenza diretta delle case automobilistiche elettriche sul mercato europeo e italiano

Sebbene il record di vendite sia stato raggiunto a Settembre 2021 quando le elettriche avevano rappresentavano 8% del mercato, quest’anno le nuove immatricolazioni non si sono fermate. Più che la Cina a fare concorrenza all’Ue ci sono gli Stati Uniti e in particolare Tesla.

Il dato non va dato per scontato se si considerano le caratteristiche del mercato tradizionale. Un esempio clamoroso è la Germania, dove Model Y è stata l’auto più venduta, togliendo lo scettro a Golf che lo deteneva da decenni, al momento Tesla rimescola le carte delle classifiche anche nel nostro Paese

Un problema non da poco per chi sarà costretto a cambiare auto se si vuole vedere il processo in un’ottica di progressione degli obbiettivi ecologici; il divario di prezzo tra le elettriche e le auto a combustione è ancora troppo elevato per il reddito medio. Questo sembra a tutti gli effetti l’unico problema tangibile di cui, senza sovvenzioni, dovranno farsi carico completamente i cittadini.

La classifica del 2022 delle auto elettriche più vendute in Italia vede al primo posto la Fiat 500 con 5,188 immatricolazioni. Secondo e terzo posto Smart fortwo e Tesla Model Y rispettivamente con 3,159 e 2,825. Tuttavia, quest’anno Tesla raggiunge secondo posto come marchio di auto elettrica più venduta aggiungendo la Tesla Model 3 che al nono posto vende 1,069 modelli nel 2022.


    Andrea Carta

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