Il conto corrente del debitore può essere pignorato, ma occhio ad alcuni limiti e divieti che operano a favore di chi non ha saldato il suo debito verso il privato creditore. Una sintetica guida che fa luce sui rapporti tra conto corrente e pignoramento.
Come è ben noto, il conto corrente consiste in uno strumento tecnico bancario il quale indica tipicamente il deposito di denaro da parte del titolare/possessore del conto, all’interno dell’istituto di credito.
Esso è gestito per il tramite di coordinate bancarie IBAN. Il pignoramento è invece una procedura che comporta l’espropriazione forzata dei beni di un debitore, che non vuole saldare il proprio debito con il creditore.
In buona sostanza, il pignoramento sul conto corrente non è altro che un iter fissato dalla legge, secondo cui un creditore che non ha conseguito il dovuto, può rivolgersi al tribunale e concretizzare la possibilità di essere pagato – effettuando un prelievo del denaro direttamente nel c/c.
Il punto è il seguente: forse non tutti sanno che esistono conti correnti inattaccabili dal creditore e che, dunque, non possono essere pignorati. Proprio così: ci sono rapporti bancari non aggredibili da un creditore. Di seguito scopriremo quali sono e daremo alcune utili precisazioni circa i limiti all’iter di pignoramento del conto corrente. I dettagli.
La regola è ben nota: come accennato poco fa, chi ha un debito e non lo salda, si espone alle conseguenze connesse al pignoramento, anche dei risparmi in banca. Attenzione però, il creditore può venire a sapere quanti soldi in banca ha il debitore? Ed è conforme alla legge ciò? Ebbene, chiariamo quanto segue:
Quest’ultima è una sorta di garanzia di privacy che la legge garantisce al correntista – debitore.
Prima di vedere quando il conto è integralmente non pignorabile, vediamo quando è possibile intervenire con il pignoramento di un conto corrente, ma in modo limitato. In particolare:
Di questi limiti dovrà tener conto il creditore che intende procedere con il pignoramento del conto corrente del debitore.
Abbiamo detto in apertura che un conto corrente può essere impignorabile, ma non perché c/c in quanto tale. Questo vale salvo il caso in cui il debitore, temendo il pignoramento, effettui un prelievo della cifra depositata. In dette circostanze l’eventuale avvio dell’azione esecutiva si concluderebbe evidentemente con un buco nell’acqua.
Piuttosto vi sono diversi limiti che attengono al perché una determinata somma di denaro viene a trovarsi sul conto corrente del debitore. Insomma si tratta di limiti o divieti che gravano sul conto corrente, in virtù del particolare deposito in esso presente. Di seguito i casi tipici di impignorabilità, i quali attengono a quei conti correnti nei quali sono accreditate:
Concludendo, vero è dunque che il debitore è protetto fino a un certo punto se il c/c è utilizzato per accreditare pensione o stipendio. In tutte le altre ipotesi, a meno che siano in gioco conti per la pensione di invalidità, per l’assegno di accompagnamento o per la rendita dell’assicurazione sulla vita – come abbiamo indicato sopra – è possibile pignorare la somma necessaria senza particolari limitazioni o impedimenti.
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