Il Parlamento europeo insiste per un Fondo sovranità. La richiesta è stata ribadita nella risoluzione sul “Piano industriale del Green deal” al fine di evitare la frammentazione causata dalle diverse strategie nazionali portate avanti con gli aiuti di stato.
Si tratta a tutti gli effetti dell’integrazione pluriennale nel bilancio dei fondi destinati agli aiuti di Stato in grado di correggere a rialzo le quotazioni dei Titoli di Stato dei paesi più fragili economicamente.
Secondo i deputati, il Fondo dovrebbe rafforzare l’autonomia strategica e le transizioni verde e digitale con la possibilità di mobilitare anche investimenti privati. Le norme europee sugli aiuti di stato dovrebbero essere semplificate per consentire una flessibilità mirata, proporzionata e coerente con gli obiettivi politici dell’Ue.
Si apre così un nuovo capitolo dell’integrazione europea. Mettendo a disposizione fondi atti a raggiungere gli obbiettivi si liberando gli Stati membri da alcuni importanti difetti strutturali e si incide sul mercato del lavoro. Intanto Gentiloni, commissario all’Economia in Ue, ha voluto lanciare un avvertimento all’Italia sulla richiesta di rendere le regole più flessibili per gli investimenti.
Il tema degli investimenti pubblici “è fondamentale nella discussione sul Patto di stabilità”. Ma “ricordiamoci che rafforzare e incentivare gli investimenti per molti paesi, tra cui l’Italia, si chiama Pnrr”. “E’ in quel tipo di impegno che possiamo tradurre la necessità di avere uno spazio fiscale per promuovere investimenti”. Gentiloni è stato diplomatico lanciando tuttavia un messaggio critico abbastanza chiaro: l’Italia ha un debito troppo alto per ottemperare a spese e regole applicate in modo ideologico.
In questo contesto il MEF è pronto a mettere sul mercato due nuovi Titoli di Stato. La garanzia di questi Titoli può beneficiare di un accresciuta intesa sulla spesa pubblica e sugli investimenti per attuare le riforme strutturali.
Nel dettaglio si tratta di due BOT a breve termine. I BOT a 6 e 12 mesi sono prenotabili dal pubblico fino al 22 febbraio saranno collocati entro il 24 febbraio alle 15:30 quando terminerà il collocamento supplementare. BOT 12 Mesi ha una vita residua di 9 mesi. Si tratta infatti della terza tranche emessa il 14 dicembre 2022. Il BOT con codice ISIN IT0005523854 è offerto in asta per un importo di due miliardi di euro; la scadenza prevista è il 31 gennaio 2023.
In un’ottica di ancor più breve periodo l’investimento sul BOT a 6 mesi consente un esposizione su una vita residua di 5 mesi. Il Titolo con Codice ISIN IT0005531295 offerto per tre miliardi di euro è la terza tranche emessa il 14 dicembre 2023 e scadenza il 31 luglio di questo stesso anno.
Mettere da parte e investire i risparmi nel 2023 non è un compito semplice. Stiamo attraversando una crisi finanziaria di ampia portata che rende incerti la maggior parte dei titoli compresi quelli più sicuri e meno volatili come i Titoli di Stato. Esiste un’alternativa per le famiglie che sono riuscite ad accumulare un buon capitale?
Certamente si; i piccoli risparmiatori che hanno mille euro o più inutilizzati che non prevedono di spendere nei prossimi anni possono compensare l’inflazione con l’acquisto di un Buono Fruttifero Postale.
La prima opzione è il Buono 3×2 con rendimento annuo lordo alla scadenza del 2%. Questo Buono con un investimento di mille euro rende dopo sei anni più dell’11%. Un altro titolo con una durata più breve è Buono 4 Anni Risparmio semplice. Con questo buono fruttifero si otterranno 1.090,83 euro grazie al rendimento dell’1,50%. Questo prodotto prevede sottoscrizioni periodiche e automatiche in numero non inferiore a 24. Non è perciò necessario allocare il capitale tutto in una volta.
Naturalmente più si allontana la scadenza maggiori sono i guadagni. Nel medio lungo termine gli interessi prestabiliti e crescenti possono salire fino al 2,5%. È il caso del Buono 3×4 che dopo 12 anni rende poco più del 30% lordo. Ottenere rendimenti ancora più alti è possibile con un ottimo orizzonte temporale davanti a sé tramite il Buono 4×4. Alla scadenza il Buono Fruttifero della durata di 16 anni avrà reso i nostri mille euro: 1.529,12.
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