La guerra in Ucraina ha raggiunto una fase di stallo: l’occidente e l’Europa in particolare si gode la tregua sul fronte dei prezzi dell’energia. Il gas continua a scendere.
Le strategie di Mosca utili a destabilizzare il Paese si avvicinano alla fine della loro utilità strategica?
Con l’arrivo della primavera L’Europa si sta avvicinando alla fine della stagione invernale con uno stoccaggio pieno per il 65%. Il livello è al di sopra della media decennale del 54% per questo periodo dell’anno. Anche grazie a temperature più calde e le importazioni record di gas liquefatto della domanda cinese secondo importatrice al mondo di Gnl, il prezzo si è mantenuto più basso delle aspettative.
A novembre queste motivazioni compreso l’aumento della produzione di energia da fonti alternative, tra cui eolico e nucleare hanno premiato gli sforzi contribuendo al calo del 50% del prezzo del gas di novembre. Nel frattempo che l’Europa continua a sperare di trovare alternative alle forniture di gas russe in Qatar e Oman, prima di un eventuale nuova crisi ci si chiede come si muoverà il gas nel 2023.
Come cambierà il prezzo del gas quest’anno?
I risparmi sui consumi del gas favoriti dalle condizioni straordinarie, climatiche e politiche possono non ripresentarsi nell’inverno 2023-24. Il prossimo inverno i tagli alla domanda saranno più impegnativi, e questo può esercitare una certa pressione al rialzo sui prezzi.
Nel 2023, non è previsto alcun aumento significativo della produzione con il ritorno della domanda cinese. Al contempo le importazioni di Gnl dalla Russia sono rimaste costanti, intorno a 1,6 miliardi di metri cubi. Le esportazioni russe di gas naturale verso l’Europa sono comunque meno centrali rispetto al passato. L’UE ha diversificato la sua quota importando maggiormente dal Nord Africa.
I prezzi del gas oggi, comunque, doppi rispetto alla media del 2021 dovrebbero rimanere entro un intervallo di negoziazione fra i 60 e 90 euro il megawattora per tutto il corso dell’anno.
Il gas a 50 euro è una bella notizia con un lato oscuro. Se espressi in barili di petrolio equivalente, i prezzi del TTF rimangono quasi dieci volte superiori al greggio Usa. Ciò implica una significativa perdita di competitività e una attenzione sugli effetti tra i vari Paesi dell’Unione europea.