Per investimenti garantiti, i Buoni fruttiferi rappresentano sempre una buona occasione. Ma come scegliere tra rendimenti a breve o lungo termine?
L’idea di un investimento a lungo termine è stato a lungo frenata dall’emergenza pandemica. Tant’è vero che, durante il periodo di crisi acuta, i depositi medi (inattivi) sui conti correnti erano saliti esponenzialmente.
Un quadro che aveva messo in difficoltà le banche stesse, ritrovatesi, non appena possibile, a incoraggiare forme di investimento anche contenute pur di non avere a che fare con depositi troppo elevati e, soprattutto, non produttivi. Questo perché, a fronte di somme più o meno elevate immobili sui conti correnti, oltre all’imposta di bollo relativa a carico dei correntisti, il denaro si è trasformato in un costo anche per gli istituti di credito, alcuni dei quali arrivati a decretare una deadline per la chiusura di quei conti con importi superiori a 100 mila euro. In realtà, gli strumenti adatti per la movimentazione del denaro al fine di evitarne la stagnazione, sono messi a disposizione da qualsiasi istituto di credito. Incluse le Poste, che consentono a correntisti e non di utilizzare somme anche contenute destinate all’ottenimento di un rendimento, a breve, medio o lungo termine.
Se si tratta di Poste, il pensiero va immediatamente ai Buoni fruttiferi, emessi da Cassa Depositi e Prestiti, con garanzia statale e rendimento assicurato, qualunque sia la loro scadenza. Strumento estremamente gettonato, sia per le garanzie che fornisce agli investitori, anche coloro non avvezzi al settore, sia per le numerose varianti, adatte a qualsiasi tipologia di risparmiatore. I Buoni fruttiferi permettono di accedere ai rendimenti senza la necessità di sostenere costi di sottoscrizione né di chiusura (eccetto gli oneri fiscali), oltre a godere di una tassazione agevolata al 12,50%. In sostanza, una strategia affidabile per garantirsi, a scadenze prefissate, un importo sicuro. Da destinare, peraltro, tanto a sé stessi quanto ad altre persone. Alcuni Buoni, infatti, possono essere destinati (a condizioni precise) anche a beneficiari minorenni.
Tendenzialmente, le somme a disposizione di un risparmiatore medio (adulto) oscillano tra i 4 mila e i 10 mila euro. A seconda della cifra e delle necessità temporali di ottenere il proprio rendimento, l’investitore potrà scegliere la tipologia di buono più adatta alle proprie esigenze. In assenza di particolari condizioni, tuttavia, sarà possibile optare per la soluzione a lungo o a breve termine unicamente in base al divario tra i rendimenti determinato dal periodo di maturazione degli interessi. Un dubbio che può essere fugato grazie al simulatore messo a disposizione da Poste Italiane, grazie al quale sarà possibile capire, in un dato momento, quanto l’importo accumulato possa garantire a breve o a lungo termine. Ad esempio, qualora il risparmiatore decidesse di investire una cifra pari a 8 mila euro, partirebbe da una base già sostanziale. Con possibilità concrete di arrivare a scadenza con importi disponibili decisamente interessanti.
Ragionando sull’ipotesi di un investimento a lungo termine, Poste offre al momento tre varianti di Buoni fruttiferi. Ognuno con interessi riconosciuti a cadenze diverse ma con capitali maturati a scadenza in grado di ripagare i tempi di attesa. Depositando 8 mila euro su un Buono 4×4, con durata massima di 16 anni e interessi riconosciuti ogni 4 a partire dal primo quadriennio, il rimborso netto a scadenza sarà pari a 12.232,94 euro. Importo determinato da scaglioni di interesse quadriennali così ripartiti:
Cifra di poco superiore per il Buono ordinario, con durata massima a 20 anni ma interessi riconosciuti ogni due mesi a partire dal primo anno di sottoscrizione. Alla scadenza, il titolare potrà incassare un importo netto di 12.468 euro. Se ci fosse bisogno di un orizzonte temporale più prossimo, l’opzione del Buono 3×4 potrebbe fare al caso nostro. Durata massima di 12 anni, interessi a cadenza triennale a partire dal primo triennio, il valore netto finale sarebbe di 10.414,22 euro, sempre partendo da un investimento di 8 mila. Da un tasso di interesse di partenza dell’1,25%, per l’ultimo triennio la percentuale salirà al 2,50%. Più contenuta ma comunque interessante.
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