Fondo pensione lavoratori dipendenti e fondi speciali artigiani e commercianti. Ecco i valori aggiornati di riferimento per i contributi volontari 2023. Si tiene conto dell’inflazione così come emerge dai dettagli della circolare n. 22 del 2023, recentemente emanata dall’istituto di previdenza per fare il punto della situazione. Quali novità per gli interessati?
Come è ben noto, le circolari Inps sono molto utili a chiarire aggiornamenti normativi e a fare luce su numerosi casi concreti che riguardano tutti coloro che sono tenuti a versare i contributi previdenziali.
Ebbene, se ci si chiede quanto costano i contributi volontari quest’anno, la risposta è giunta in questi giorni dall’istituto di previdenza, che ha indicato aumenti record a seguito dell’adeguamento all’impennata dell’inflazione 2022.
La circolare n. 22/2023 dell’Inps contiene infatti tutti i dettagli a riguardo e, peraltro, precisa che la spesa minima è oggi pari a 3.898 euro per coprire un anno ai fini pensionistici. Vediamo più da vicino il contesto di riferimento e indichiamo perché la citata circolare è così importante.
I contributi volontari rappresentano una forma di contribuzione che il lavoratore compie con le sue finanze, al fine di integrare eventuali “buchi contributivi” e/o l’assegno pensionistico del domani. Di fatto dunque l’interessato che versa i contributi volontari copre con la contribuzione i periodi in cui non effettua alcun tipo di attività lavorativa dipendente o autonoma, oppure quelli per cui ha domandato brevi periodi di aspettativa non retribuita per ragioni familiari o di studio. Ma i contributi volontari si applicano anche al caso di chi abbia sottoscritto un contratto per lavoro a tempo parziale.
Con i contributi volontari, dunque, ci si tutela dal lato previdenziale perché si desidera raggiungere i requisiti di assicurazione e di contribuzione obbligatori per conseguire il diritto alla pensione pubblica, ma anche – grazie ad essi – si può aumentare l’ammontare dell’assegno pensionistico al quale si avrebbe diritto, qualora siano già stati colti i requisiti contributivi previsti.
Insomma, la legge legittima la possibilità di pagare supplementari contributi previdenziali, insieme a quelli già accumulati, per conseguire il diritto alla pensione o per incrementarla. Ricordiamo anche che i contributi volontari servono al perfezionamento del diritto e per la determinazione di tutte le pensioni dirette e indirette.
Lo abbiamo accennato all’inizio. La circolare Inps con i valori 2023 indica incrementi record dell’8,1% per l’adeguamento all’inflazione registrata nel 2022. Cosa significa questo? E’ molto semplice: come spiega il documento dell’istituto di previdenza, nel corso di quest’anno per coprire un anno di contribuzione volontaria è necessaria una spesa minima di 3.898 euro – rispetto ai 3.606 euro che servivano l’anno passato.
La circolare è utile perché oltre a segnalare gli aggiornamenti, come di consueto pubblica le tabelle di riferimento per la generalità dei lavoratori subordinati ed autonomi iscritti all’Inps. Non solo. Nel 2023, inoltre, si precisa che continuano a crescere le aliquote dei collaboratori under 21 (23,25% artigiani e 23,73% commercianti).
Le somme da pagare per i contributi volontari cambiano in base alla decorrenza dell’autorizzazione al versamento dei contributi stessi: prima o dopo il 31 dicembre 1995. L’entità del contributo volontario si stabilisce, infatti, applicando alla retribuzione di riferimento (quella dell’ultimo anno di lavoro), l’aliquota contributiva in gioco che:
Come abbiamo accennato, la crescita dell’inflazione (+8,1%) ha comportato conseguenze anche sul fronte dell’ammontare dei contributi volontari da versare. Infatti, si registra l’aumento dei minimali e dei massimali annui imponibili sui quali si calcolano gli importi. Il minimale di retribuzione annua per l’accredito di una settimana è cresciuto a 227,18 euro e, pertanto, il contributo minimo non può essere al di sotto di 74,97 euro che, moltiplicato per 52 settimane fa 3.898 euro. Per gli autorizzati prima del primo gennaio 1996 il contributo minimo settimanale corrisponde a 63,32 euro per un totale annuo di 3.292 euro.
Per quanto riguarda artigiani e commercianti, le due categorie di lavoratori autonomi debbono fare ancora riferimento alle regole della prosecuzione volontaria di cui alla legge n. 233/1990, recante la riforma dei trattamenti pensionistici dei lavoratori autonomi.
In termini pratici per gli artigiani e commercianti vale tuttora la regola dell’assegnazione di una delle 8 classi di reddito di cui alla legge appena citata e, in particolare, della classe il cui reddito medio sia uguale o subito al di sotto del valore medio mensile dei redditi prodotti dall’interessato nell’ultimo triennio di attività autonoma. Mentre sul piano della percentuale dell’aliquota obbligatoria 2023, essa è confermata in 24% per gli artigiani e 24,48% per i commercianti.
Per tutti gli ulteriori chiarimenti in tema di aggiornamenti sui contributi volontari 2023, rimandiamo comunque al testo completo della citata circolare dell’istituto di previdenza n. 22, disponibile in questa pagina.
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