Appuntamento cruciale, quello con l’Isee. I contribuenti sono chiamati a indicare la propria situazione reddituale e patrimoniale. Ecco come.
Un appuntamento “fiscale”, diverso da quello relativo alla Dichiarazione dei redditi. La compilazione dell’Isee rappresenta un passaggio annuale che accomuna la stragrande maggioranza dei contribuenti.
L’acronimo, come noto, fa riferimento all’Indicatore della situazione economica equivalente. Ossia, ha il compito di determinare e certificare lo stato patrimoniale e reddituale del nucleo familiare a cui si riferisce. Un passaggio essenziale, considerando che dalla cifra riportata sull’Isee dipende l’accesso (o la modulazione) di alcuni fra i più importanti strumenti di supporto al reddito messi a disposizione dei cittadini. Tecnicamente, si tratta di un’autocertificazione, in quanto (pur con l’intervento di un intermediario, come un Caf o un patronato) sarà il cittadino stesso a provvedere alla documentazione necessaria al calcolo. In base all’importo determinato, riferito all’annualità due volte precedente a quella in cui la certificazione viene richiesta. A meno che il contribuente, per sua espressa richiesta, non proceda con la compilazione dell’Isee corrente, riferito all’annualità immediatamente precedente.
Un servizio indispensabile, strettamente correlato alle prestazioni sociali e ai servizi di pubblica utilità ai quali il contribuente potrebbe avere diritto. Nel quadro rientrano, in primis, alcuni servizi socio-assistenziali, esenzioni dai ticket sanitari e agevolazioni di varia natura, dagli sgravi fiscali ai bonus detrattivi. Il primo passaggio indispensabile riguarda la compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu), per la quale la Legge di Bilancio 2023 ha previsto una semplificazione tramite modello precompilato disponibile sul sito dell’Inps. La Dsu sarà di fatto il compendio delle informazioni anagrafiche, economiche e patrimoniali del nucleo familiare, composta da allegati variabili a seconda del numero dei componenti. Da qui partirà il calcolo effettivo dell’Isee. La composizione del nucleo familiare sarà indicato nel Quadro A della Dsu.
Come detto, l’Isee fa riferimento tanto alla situazione reddituale quanto a quella patrimoniale del nucleo familiare che lo richiede. In questo senso, faranno fede i documenti relativi all’una e all’altra condizione. Nello specifico, riguardanti il reddito in senso stretto (saldo e giacenza media al 31 dicembre dell’anno di imposta relativo, valori di partecipazioni societarie, contratti assicurativi sulla vita) e quelli sui beni immobiliari, da contratti di mutuo a documentazione relativa a proprietà di terreni e fabbricati. Chiaramente, al momento della presentazione della propria richiesta di Dsu, andranno presentati i documenti d’identità (in corso di validità) per il riconoscimento del richiedente e dei familiari. Qualora fosse già stata effettuata la propria dichiarazione dei redditi, quanto già inserito nel prospetto non dovrà necessariamente figurare nella Dsu. Spetterà all’Amministrazione finanziaria identificare i vari redditi e attribuirli in base ai componenti del nucleo familiare.
Per quel che riguarda il patrimonio mobiliare, la data di riferimento sarà la stessa delle giacenze medie (31 dicembre, in questo caso del 2021). Dovrà essere detenuta tutta la documentazione in grado di attestare le attività finanziarie del nucleo familiare, in Italia ed eventualmente all’estero. Il peso specifico del patrimonio immobiliare è di circa il 20% sulla determinazione dell’Isee. Nella sezione dedicata al patrimonio mobiliare, andrà indicato il valore del saldo contabile attivo, così come il valore nominale di eventuali titoli di Stato. Stesso discorso per eventuali obbligazioni attive, certificati di credito e deposito, buoni fruttiferi e altri strumenti di maturazione di capitale. Qualora nel nucleo familiare fossero presenti imprenditori o professionisti, sarà loro cura indicare il valore del patrimonio netto derivante dalla loro attività.
Come più volte precisato dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps, tutti i dati inseriti saranno sottoposti a controlli incrociati, al fine di verificare la correttezza delle informazioni. In caso di vizi o difformità, il contribuente potrà provvedere alla correzione dei dati o alla fornitura della documentazione mancante.
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