In tema di Sismabonus, case popolari e Onlus potrebbero presto scattare deroghe ad hoc per sospendere le nuove norme in tema di Superbonus e protezione dei conti pubblici.
Più volte abbiamo notato i problemi connessi all’applicazione pratica del Superbonus, ovvero una misura che secondo molti osservatori ha illuso cittadini ed addetti ai lavori, facendo credere ad un facile accesso e sfruttamento del meccanismo della cessione del credito.
Così però non è stato finora e perciò non sorprendono le critiche alle regole di un’agevolazione dell’edilizia, che indubbiamente potevano essere scritte meglio, per evitare correttivi e modifiche nel prosieguo. Queste non hanno fatto altro che rendere la situazione ancora più confusa.
Lo sanno bene le banche e lo sanno bene tutti coloro che si interfacciano giornalmente con il Superbonus per ragioni di lavoro. Un buco nei conti pubblici molto evidente ha portato il Governo a scegliere di sospendere la cessione del credito e lo sconto in fattura, per evitare un ulteriore salasso per le casse dello Stato e i rischi di un aumento pauroso del deficit nei prossimi mesi.
Tuttavia la maggioranza è in questi giorni al lavoro per disporre alcune deroghe speciali alle nuove regole Superbonus. Proprio così, vi sono situazioni specifiche e già individuate dal Governo, le quali potrebbero avvalersi entro breve tempo della sospensione dell’applicazione del decreto Superbonus sulla cessione dei crediti fiscali. I dettagli.
Superbonus 2023: tra possibili deroghe e ‘salvagenti’ per i crediti 2022
In questi giorni non sono mancate le polemiche per le novità Superbonus come anche l’allarme delle imprese edili, che temono nuovi contraccolpi in una situazione già insidiosa da molto tempo. Come accennato, vero è che il Governo sta lavorando ad alcune deroghe specifiche, le quali mirano ad evitare una drastica rivoluzione in tema di maxi agevolazione dell’edilizia, evitando – ove possibile – lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura.
Ebbene, da quanto trapela dai lavori della maggioranza, Sismabonus, case popolari e Onlus sono i tre ambiti su cui le istituzioni sono al lavoro per sospendere l’applicazione delle nuove norme del decreto Superbonus, le quali hanno di fatto bloccato le cessioni dei crediti fiscali e lo sconto in fattura in riferimento agli incentivi all’edilizia.
Inoltre, in questi giorni si sta ragionando anche di una possibile proroga per le villette, rispetto alle regole che dispongono il mantenimento dell’agevolazione fino al 31 marzo per coloro che hanno compiuto almeno il 30% dei lavori al 30 settembre.
Non solo. L’obiettivo è anche quello di salvare i crediti del 2022, e consentire la cessione se riferiti appunto a lavori dello scorso anno e non ancora ceduti agli istituti di credito o ad altri soggetti, grazie alla modifica del meccanismo di registrazione sulla piattaforma dell’Amministrazione finanziaria. Non dimentichiamo che, entro il 31 marzo prossimo va segnalata l’effettiva cessione del credito, tuttavia i tempi di lavorazione delle pratiche possono creare ancora non pochi problemi. La soluzione al vaglio in queste ore permetterebbe di comunicare all’Amministrazione finanziaria la mera presentazione del credito alla banca. Sarebbe così sufficiente la sola apertura della pratica per superare il termine del 31 marzo. Per la conferma di questa soluzione non resta che attendere i prossimi giorni.
Possibili deroghe alle nuove regole Superbonus: la questione degli incapienti
In un primo tempo si era parlato di un quarto ambito ‘coperto’ dalle deroghe, ovvero gli incapienti, ma sarebbero emerse difficoltà pratiche. Gli incapienti, ovvero i contribuenti a basso reddito e che non possono avvalersi della detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi, in base ad aggiornamenti delle fonti di informazione avrebbero potuto essere destinatari di un’ulteriore deroga. Ma la strada per loro sarebbe in salita, anche se al momento non si esclude un intervento in extremis.
Ricordiamo brevemente che l‘incapienza è quella situazione nella quale il reddito complessivo o l’imposta lorda del contribuente sono così ridotti da non permettergli di sfruttare del tutto le agevolazioni spettanti dalle regole fiscali. Incapienti sono perciò coloro che hanno un reddito imponibile lordo che fa parte nella no tax area, vale a dire il livello di reddito che è escluso dalla tassazione, o anche quei contribuenti per cui i benefici fiscali delle detrazioni sono in pratica nulli, in quanto ad essi non corrisponde un’imposta lorda sufficientemente ampia sulla quale far valere dette agevolazioni. Chiaro dunque che l’incapienza si registra in riferimento a quei contribuenti con minore capacità contributiva, vale a dire quelli delle fasce di reddito più basse. Ecco perché per loro una possibile deroga alle nuove norme restrittive Superbonus sarebbe certamente di favore.