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Naspi marzo 2023 e obbligo di comunicazione reddituale: si rischia la sospensione della prestazione

Un importante obbligo di comunicazione grava sui percettori di Naspi in caso di svolgimento di prestazioni professionali compatibili con il sussidio. I dettagli.

Molti lavoratori avranno già sentito parlare dell’indennità di disoccupazione Naspi, ovvero quella prestazione o sussidio mirato a sostenere economicamente i soggetti che sono in uno stato di disoccupazione involontaria.

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Essa è mirata a compensare il mancato guadagno degli stessi in maniera proporzionale al reddito da lavoro anteriormente conseguito. La Naspi è erogata secondo ben precise condizioni e per una durata massima pari a 24 mesi.

Ebbene, ci sono novità significative per quanto riguarda la Naspi marzo 2023, perché oltre alle date di pagamento c’è in arrivo anche la sospensione per coloro che non hanno provveduto alla comunicazione del cosiddetto reddito presunto 2023. Ci si riferisce in particolare ai percettori del sussidio che hanno lavorato nel corso del 2022. Vediamo più da vicino dopo aver ricordato la data del pagamento dell’indennità di disoccupazione per il mese di marzo 2023.

Pagamento Naspi marzo 2023: quando?

Onde aver ben chiaro il contesto di riferimento, ricordiamo che la Naspi è una prestazione versata dall’Inps, ente destinatario delle domande e titolare del procedimento mirato a verificarne la sussistenza dei presupposti. In linea generale percepiscono la Naspi i lavoratori subordinati e anche quelli presso le PA, ma se a tempo determinato.

Come accennato, l’indennità è assegnata a coloro che abbiano perso senza loro volontà la propria occupazione, ricorrendo lo stato di disoccupazione e il requisito contributivo di almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni anteriori all’inizio del periodo di disoccupazione.

Il versamento della Naspi di questo mese per gli ex dipendenti senza lavoro è in calendario entro il 17 marzo. Attenzione però perché la data di accredito del sussidio di disoccupazione può essere anche leggermente differente, in quanto l’istituto di previdenza tiene conto anche conto del giorno effettivo della domanda. In ogni caso, al fine di conoscere con certezza il giorno esatto nel quale è messa in versamento la Naspi, è possibile consultare il fascicolo previdenziale del cittadino via web, accedendo con le consuete credenziali SPID, CNS o CIE.

Vero è che nel corso del tempo sono stati adottati numerosi provvedimenti recanti chiarimenti sulle modalità di accesso e su specifici aspetti in materia di Naspi. Ecco perché quanto accennato in apertura merita di essere approfondito.

Pagamento Naspi 2023: non adempiere all’obbligo di comunicazione del reddito presunto significa vedersi sospendere la prestazione

Bisogna prestare attenzione a tutti gli adempimenti previsti perché se da una parte i beneficiari in regola con tutti gli obblighi a cui è vincolata l’erogazione della prestazione – pensiamo ad es. al requisito contributivo – conseguiranno l’accredito Naspi marzo 2023 nei prossimi giorni, dall’altra coloro i quali lo scorso anno hanno percepito il sussidio contro la perdita del lavoro in parallelo con una prestazione di lavoro e dunque una retribuzione – entro le soglie massime consentite – dovranno fare i conti con il congelamento del sussidio se non hanno provveduto all’obbligo di comunicazione del reddito presunto in riferimento a quest’anno.

Questo vuol dire che i fruitori dell’indennità di disoccupazione Naspi che lo scorso anno avevano dichiarato il reddito presunto 2022, in rapporto a prestazioni professionali compatibili con la prestazione entro una certa soglia, dovranno ricordare di compiere la stessa operazione per il 2023. E questo vale anche se alla fine detti redditi da lavoro dovessero quest’anno essere uguali a zero. Infatti rileva il mero ‘reddito presunto’.

Numeri alla mano, l’obbligo interessa una discreta fetta dei beneficiari di Naspi, ovvero circa 300mila beneficiari del sussidio. L’obbligo di comunicazione in oggetto va rispettato il prima possibile, pena la sospensione della Naspi fino alla regolarizzazione.

Come adempiere all’obbligo di comunicazione?

A questo punto ci si potrebbe chiedere come fare ad adempiere all’obbligo di comunicazione, se si rientra nel novero dei casi in cui detto dovere sussiste. Ebbene, l’iter è molto agevole perché è sufficiente:

  • accedere al portale dell’istituto di previdenza con le proprie credenziali digitali (SPID, CIE o CNS),
  • compilare il modello Naspi – COM e trasmetterlo online allo stesso istituto, compiendo così la comunicazione reddituale richiesta.

Il percorso di riferimento per l’operazione è il seguente: Altri Servizi > NASpI > Comunicazione NASpI-COM. Nel caso non si sia particolarmente pratici con l’uso delle tecnologie, la dichiarazione di reddito presunto potrà essere trasmessa anche tramite l’intermediazione di un patronato.


    Claudio Garau

    Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile.Da diversi anni ha scelto di svolgere a tempo pieno il lavoro di redattore web, coniugando la sua passione per la scrittura e la tecnologia con quella per l’informazione, specialmente in campo giuridico. Si pone l’obiettivo di spiegare concetti e rendere comprensibili argomenti delle leggi, che è utile conoscere nella vita di tutti i giorni. Tra le sue passioni nel tempo libero ci sono il mare, lo sport e i motori.

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