Asta Bot annuali, un’opportunità di investimento in tempi di forte inflazione: cosa devi sapere per non perderla

Asta Bot annuali 10 marzo 2023 per un’offerta pari a 6,5 miliardi di euro. Davvero è una buona chance di investimento? 

Dopo la raccolta legata al collocamento dei Btp Italia, che ha sfiorato quota 10 miliardi – e con tasso annuo fissato al 2% – è ora la volta dei Bot.

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Economia Blog

Con un comunicato stampa dell’8 marzo il MEF ha ricordato la conclusione della prima fase del collocamento della diciannovesima emissione Btp Italia, la quale è stata caratterizzata da estesa partecipazione dei piccoli risparmiatori (retail).

Ora, come accennato, saranno all’asta i Bot annuali in data 10 marzo, per un’offerta pari a 6,5 miliardi di euro. Anche questa, insieme ai buoni fruttiferi postali, rappresenta una delle più interessanti opportunità di investimento attuali.

E’ previsto un rendimento di tutto rispetto pur in un periodo come questo, in cui l’inflazione spaventa e minaccia i risparmi degli italiani, a rischio erosione del potere di acquisto. Vediamo allora più da vicino alcuni interessanti aspetti dell’asta Bot in arrivo.

Asta Bot prevista il 10 marzo: le opportunità di investimento

Tecnicamente, i Bot sono i cosiddetti Buoni Ordinari del Tesoro, vale a dire titoli del debito pubblico italiano di breve termine e, come accennato all’inizio, nella giornata di venerdì 10 marzo il Ministero dell’Economia e Finanze – MEF collocherà in asta Bot annuali per 6,5 miliardi di euro. Da notare un dettaglio nient’affatto secondario, in quanto l’emissione di questi titoli avrà luogo con alcuni giorni di anticipo rispetto alla riunione del board della Banca Centrale Europea (BCE).

Detta riunione è stata già ampiamente annunciata e rappresenterà, senza dubbio, il contesto nel quale sarà ufficializzato l’ulteriore rialzo dei tassi d’interesse di altri 50 punti base o 0,50%. Conseguentemente, al fine di frenare l’inflazione che tuttora rappresenta un pericolo per il continente, i tassi di riferimento cresceranno così al 3,50%. Ebbene, proprio questa situazione – nella quale gli esperti di economia e mercati ritengono che i tassi proseguiranno a salire anche sopra il 4% nei mesi prossimi – rappresenta il terreno adatto alla lievitazione dei rendimenti dei Bot annuali in asta.

Ricordiamo che, sul piano delle caratteristiche chiave del titolo, in riferimento alla prossima asta Bot la data di emissione sarà il 14 marzo 2023, quella di scadenza il 14 marzo 2024 e l’importo offerto sarà pari a 6,5 miliardi di euro con durata di 366 giorni.

Asta Bot 10 marzo: la convenienza dell’investimento

Secondo le stime e sulla scorta della curva crescente dei tassi di interesse in questo periodo, il rendimento potrebbe attestarsi sul 3,65%. Tecnicamente, essendo di titoli di stato senza cedola, il prezzo di aggiudicazione sarebbe individuato sotto quota 96,50 centesimi. In concreto, detto rendimento sarebbe senza dubbio interessante visto il periodo di forte inflazione.

Considerando l’alternativa del conto deposito, a ben vedere i Bot annuali costituiscono oggigiorno una buona opportunità d’investimento nel breve termine. I Bot sono messi all’asta con il metodo di collocamento dell’asta competitiva, con richieste degli operatori concretizzate in termini di rendimento. I Bot possono essere sottoscritti dagli interessati per un ammontare base di mille euro.

Rendimenti Bot in ulteriore crescita?

L’investimento in Bot potrebbe rivelarsi particolarmente conveniente e questo perché non è affatto escluso che i rendimenti a breve non tocchino il livello massimo. Anzi gli osservatori rilevano che potrebbe anche verificarsi una loro costante crescita anche al di sopra del 4%, di fatto non facendo altro che adeguarsi alle condizioni monetarie sempre più restrittive.

Questa è inoltre di una forma di investimento particolarmente ‘elastica’ perché non dimentichiamo che un fattore interessante dell’utilizzo della liquidità nei Bot annuali, per cui è stata annunciata la relativa asta il prossimo 10 marzo, consiste nella facoltà – se ritenuto opportuno – di disinvestire anteriormente alla scadenza, e questo con perdite limitate o addirittura assenti. Possibile anche registrare un minimo guadagno pur con questa scelta.

Rimarchiamo che proprio quest’ultima potrebbe rivelarsi necessaria in ipotesi in cui si volessero cogliere opportunità più remunerative sul tratto medio-lungo della curva dei tassi. D’altronde è noto che con il rialzo dei tassi di interesse di questi mesi, i rendimenti salgono e i prezzi calano. Invece nel momento in cui la fase odierna avrà fine e il mercato inizierà a scontare la auspicata diminuzione dei tassi, succederà l’esatto opposto. Ecco perché investire in titoli quali i Bot può rivelarsi oggi di indubbia convenienza.


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