La Naspi è un’indennità di disoccupazione che tutela colui che ha perso il lavoro non per sua volontà. Una sintetica panoramica sul suo funzionamento.
La disoccupazione e la perdita del lavoro rappresentano una delle piaghe di questo paese. Il lavoro non di rado precario e a tempo determinato potrebbe aver conclusione, con il risultato di trovarsi di nuovo fermi ed alla ricerca di una nuova occupazione.
Chiaro che, in una situazione come questa, le necessità economiche restano comunque prioritarie: LE bollette, gli alimentari, il carburante del proprio mezzo, le tasse sono soltanto alcuni esempi delle voci di spesa che un cittadino e la sua famiglia debbono mettere in conto mensilmente.
Ebbene, per dare un po’ di ossigeno al bilancio familiare esiste una misura ad hoc, il cui rilievo si evidenzia proprio a seguito della perdita del lavoro, non per propria volontà. Ci riferiamo all’indennità di disoccupazione Naspi. Vediamo in sintesi come funziona e come accedere alla prestazione in oggetto.
Sgomberiamo il campo da ogni possibile dubbio: il sussidio per chi non lavora più perché il contratto è scaduto o è stato licenziato si chiama Naspi. E come spiega il sito del Ministero del Lavoro, Naspi e reddito di cittadinanza sono peraltro compatibili – sussistendone i relativi requisiti.
Chiariamo i punti seguenti, dato che sono fondamentali per aver chiare le linee generali del funzionamento della Naspi. Varata nel 2015, la Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) ha sostituito l’Aspi e la mini-Aspi, (L. 92/2012 CD. Legge Fornero) con riferimento però soltanto agli eventi di disoccupazione (involontaria) avutisi a cominciare dal 1° maggio 2015. La nuova indennità fa parte, come quelle anteriori, della Gestione INPS prestazioni temporanee ai lavoratori subordinati.
Di fatto detta indennità di disoccupazione è assegnata per legge ai lavoratori dipendenti che hanno perso l’occupazione non per loro intenzione, ovvero per dimissioni. Si tratta dunque dei casi di licenziamento o di dimissioni per giusta causa (dovute cioè ad un comportamento inaccettabile dell’azienda), crisi d’impresa o fallimento dell’azienda.
La Naspi viene versata dall’Inps, su domanda ad hoc dell’interessato, al verificarsi di condizioni specifiche.
Facciamo chiarezza sul campo di applicazione soggettivo della Naspi. A chi spetta? Ebbene, come accennato detta indennità di disoccupazione vale a favore dei lavoratori dipendenti con rapporto di lavoro subordinato. Sono inclusi nell’elenco gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative e i lavoratori a tempo determinato delle PA, che hanno perduto involontariamente l’occupazione.
C’è un requisito contributivo per accedere alla prestazione, in quanto può richiedere la Naspi chi ha:
Attenzione anche a quanto segue: la percezione della Naspi scatta soltanto con la sottoscrizione, da parte del richiedente, della dichiarazione di immediata disponibilità (Did) al compimento di attività di lavoro e alla partecipazione alle misure di politica attiva. Pertanto nei 15 giorni posteriori alla presentazione della richiesta di Naspi, l’interessato dovrà andare presso il Centro per l’impiego per la sottoscrizione del patto di servizio personalizzato, mirato alla ricerca di nuova occupazione.
L’ammontare della Naspi cambia in base all’entità del reddito di lavoro incassato nei quattro anni anteriori alla domanda di disoccupazione, e comunque corrisponde ad una frazione di quel reddito.
La domanda di Naspi va fatta, personalmente o attraverso l’intermediazione di un patronato, solo online all’istituto di previdenza, entro il termine massimo di 68 giorni a partire dalla data di perdita del lavoro.
L’autenticazione al sito si compie alternativamente con:
Di seguito l’interessato dovrà seguire le istruzioni della piattaforma in modo da redigere correttamente il modulo web di domanda con tutti i dati necessari, ovvero tra gli altri codice fiscale, anagrafica e comunicazione Unilav della perdita del lavoro.
Infine ricordiamo che la Naspi è assegnata per un periodo uguale alla metà delle settimane lavorate negli ultimi 4 anni. Comunque la durata massima della prestazione è sempre pari a 24 mesi.
Infine per ulteriori informazioni e per fare domanda è possibile fare riferimento a questa pagina web del sito dell’Inps.
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