Secondo le previsioni, il prossimo settembre il reddito di cittadinanza lascerà il posto alla nuova Misura d’inclusione attiva – MIA. Il sostegno varrà anche per i cosiddetti occupabili, e in riferimento ad essi sono in arrivo sgravi ad hoc per i datori di lavoro.
Il nuovo reddito di cittadinanza, che prende il nome di MIA – Misura di Inclusione Attiva, sarà introdotto così come previsto nell’agenda di Governo.
Ecco perché sono gli ultimi mesi di funzionamento per il RdC che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, e che non ha mancato – com’è noto – di attirare anche vivaci polemiche e forti critiche.
Alla MIA saranno altresì combinati incentivi per l’assunzione e la stipula di un contratto di lavoro da parte dei futuri percettori della misura di supporto economico contro la povertà e la disoccupazione. Vero è anche che la riforma del reddito di cittadinanza sarà concretizzata prima del previsto e dunque non a gennaio del prossimo anno, così come invece indicato nell’ultima manovra, ma molto probabilmente entro il prossimo settembre.
Insomma, il lancio della Misura di Inclusione Attiva agevolerà anche le aziende che intendono aumentare il numero dei dipendenti. Vediamo più da vicino.
Nuovo reddito di cittadinanza, previsto un decreto ad hoc: la duplice finalità della MIA
La citata Misura è sicuramente uno dei cavalli di battaglia dell’attuale Esecutivo e, peraltro, si tratta di un istituto che richiama piuttosto nitidamente il cd. reddito d’inclusione, ovvero una misura alla quale il governo Meloni – come anche rimarcato dal Ministero del Lavoro – ha fatto riferimento per strutturare il nuovo reddito di cittadinanza.
Come accennato, il passaggio dovrebbe compiersi già quest’anno, quando per i non pochi beneficiari del reddito di cittadinanza giungerà il momento di dire di salutare definitivamente la prestazione, poiché gli sarà tolta allo scattare del settimo mese di percezione.
Nella tabella di marcia dei lavori dell’Esecutivo sulla MIA, le ultime indiscrezioni ci indicano che già a fine marzo dovrebbe essere varato un decreto ad hoc, che regola la fase successiva al reddito di cittadinanza e che dunque delineerà nel dettaglio le caratteristiche della Misura di Inclusione Attiva.
Lo rimarchiamo, l’obiettivo è in realtà duplice perché non si tratta soltanto di garantire un sussidio, ma anche di dare la possibilità effettiva di (ri)collocare i beneficiari della MIA rapidamente nel mondo del lavoro. Per agevolare ciò, ecco l’opportunità concreta degli sgravi assunzione per le aziende che cercano personale. Inoltre nel programma della nuova Misura di Inclusione Attiva è incluso anche un incentivo ad hoc per le Agenzie per il lavoro, che saranno maggiormente coinvolte rispetto al passato in programmi ed interventi di politica attiva.
Sgravi contributivi in arrivo con il lancio della MIA
Gli incentivi sono previsti anche e soprattutto perché la durata del nuovo sussidio sarà limitata con specifico riferimento ai soggetti ‘occupabili’, e perciò nel periodo della percezione dovranno essere favorite il più possibile le occasioni di inserimento in azienda.
Nel dettaglio la ricerca attiva di un lavoro sarà agevolata dalla facoltà offerta ai datori di lavoro di avvalersi di un esonero contributivo ad hoc, parziale o totale, in ipotesi di assunzione di percettori della MIA. Questo vuol dire che, in base alla durata del contratto di lavoro sottoscritto, sono in arrivo:
- sgravi contributivi del 100% fino ad 8mila euro l’anno e per una durata massima di 24 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato;
- sgravi contributivi del 50% fino ad un massimo di 4mila euro per contratti di lavoro stagionali o a tempo determinato.
Saranno dunque particolarmente favorite le assunzioni a tempo indeterminato, con la precisazione che l’assunzione – per sfruttare lo sgravio contributivo – dovrà essere registrata nel nuovo sistema informativo della MIA.
Tuttavia per i datori di lavoro c’è anche il rovescio della medaglia, in quanto – in base a quanto trapelato finora dai lavori sul nuovo RdC – sarà introdotta una sanzione specifica a carico dell’azienda che, dopo l’assunzione, intenda recedere dal contratto e licenziare la persona assunta con sgravio contributivo. In particolare qualora il licenziamento dovesse aversi nei 36 mesi posteriori, il datore sarebbe tenuto a restituire la quota di incentivo di cui è stata beneficiario per l’assunzione stessa.