I permessi per la cura di un handicap grave sono concessi dalla Legge 104. Tuttavia, gli enti previdenziali si riservano il diritto di verifica.
Le agevolazioni previste per chi soffre una condizione di handicap non sono regolamentate, in modo esclusivo, dalla Legge 104. Il quadro normativo è decisamente più ampio e, in proporzione, lo sono anche le indennità previste.
La constatazione del proprio stato costituisce la garanzia, per gli enti previdenziali, dell’effettiva sussistenza della condizione invalidante. Senza dimenticare che, allo stesso modo, gli enti in questione avranno facoltà di verificare in ogni momento la correttezza delle informazioni fornite o, a seconda della patologia sofferta, a una certa cadenza temporale. In questo senso, almeno per quel che riguarda i pubblici dipendenti, l’amministrazione provvederà alla verifica della documentazione, riservandosi il diritto di chiedere delle integrazioni laddove necessario. Non va dimenticato, inoltre, che i provvedimenti in questione possono essere monitorati periodicamente anche tramite modalità a campione, così da verificare la documentazione e le dichiarazioni sostitutive. Attenzione, poiché in caso di responsabilità attestate del dipendente, l’amministrazione prevede sanzioni disciplinare con interesse dell’ispettorato per la Funzione Pubblica.
In sostanza, accanto ai benefici, sono presenti strumenti di controllo volti ad appurare non solo la presenza dell’handicap, anche grave, ma anche di tutti i requisiti indispensabili per accedervi. Nell’ambito della 104 come delle altre normative che prevedono una serie di benefici per i soggetti invalidi o disabili. Inoltre, qualora la decadenza dei requisiti fosse accertata, spetterà al dipendente presentare dichiarazione di responsabilità per la cessazione della titolarità dei benefici, non oltre 30 giorni dall’accertamento. Chiaramente, questo vale anche per le richieste di permessi effettuate da coloro che non patiscono l’handicap ma che svolgono funzioni di assistenza. Ogni variazione delle condizioni di fruizione dovrà essere opportunamente comunicata.
Come abbiamo avuto modo di vedere, il permesso retribuito è concesso sulla base di un rapporto fiduciario tra lavoratore e datore. Il primo, infatti, è tenuto a rispettare i vincoli secondo i quali il beneficio è concesso. Ovvero, impiegare le ore richieste (e regolarmente pagate senza perdite di sorta sullo stipendio) per svolgere le mansioni di cura del disabile. Inoltre, il dipendente dovrà comunicare per tempo le assenze dal servizio, salvo improvvise urgenze. Le quali, a ogni modo, dovranno ugualmente essere comprovate da apposita documentazione. Per quel che riguarda il settore privato, il Ministero del Lavoro ha tracciato il quadro complessivo al quale il lavoratore dovrà tendenzialmente attenersi:
Nel settore pubblico, salvo urgenze, il lavoratore provvederà per tempo a organizzare il proprio piano di fruizione dei propri permessi, al fine di consentire una migliore organizzazione dell’attività lavorativa. Per i casi di handicap grave, i permessi potranno essere ottenuti in modo giornaliero oppure a ore, tanto per chi detiene la percentuale di invalidità quanto per chi assiste, ai sensi della Legge 104. Inoltre, al lavoratore sarà consentito (a seconda delle possibilità dell’azienda) il trasferimento in una sede prossima a quella in cui l’assistenza è svolta. Allo stesso modo, e sempre nella misura in cui l’azienda possa consentirlo, è facoltà del dipendente chiedere il divieto di trasferimento presso altre sedi senza il proprio consenso.
Possono beneficiare dei permessi per 104 tutti i lavoratori, del pubblico impiego e del privato, a condizione che siano residenti in Italia e che detengano un contratto di lavoro dipendente, anche a tempo determinato. Le agevolazioni restano valide anche nel caso in cui non siano previste dal Contratto Nazionale di lavoro, in quanto predisposte come diritto a livello statale. Viceversa, non possono richiedere i benefici figure come i lavoratori domestici, quelli a domicilio e gli agricoli giornalieri. Potrà accedervi il lavoratore cassaintegrato ma solo nel caso in cui sia sottoposto a orario ridotto. Il numero dei giorni andrà quindi riproporzionato in base al criterio del part-time verticale. Possono accedere ai benefici le coppie di fatto con figli disabili, dal momento che la Legge 104 fa riferimento a “genitori” piuttosto che a “coniugi”.
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