Tassi di interesse alle stelle con la decisione di questi giorni della BCE, avente ad oggetto un loro nuovo rialzo per frenare l’inflazione. Gli attacchi del Vicepremier Salvini.
E’ noto che la politica della Banca Centrale Europea – BCE degli ultimi mesi è mirata all’aumento dei tassi per scongiurare il pericolo dell’inflazione fuori controllo.
In questo periodo, dopo la ripresa post pandemia, ma anche a seguito delle difficoltà nella catena di approvvigionamento del mercato mondiale, e in particolare con il conflitto alle porte dell’Europa, cittadini ed imprese hanno assistito a una ripresa massiccia dell‘inflazione.
Ad essa ha risposto la Banca Centrale con più decisioni aventi ad oggetto il rialzo dei tassi di interesse, per frenare la tendenza e invertire la rotta. Proprio nella giornata di giovedì 16 l’ultimo aggiornamento su questo piano, con la BCE che ha varato il nuovo rialzo dei tassi di mezzo punto percentuale (+0,5%).
Di certo non il primo rialzo, incluso nella strategia della BCE per contrastare la corsa dell’inflazione nell’area dell’euro, a cui l’autorità centrale ha deciso di dare spazio nonostante le turbolenze registrate nel settore bancario.
Ebbene, a livello di politica interna, i malumori non sono mancati e il Ministro delle Infrastrutture Salvini ha usato parole molto nette per commentare le ultime novità in fatto di rialzo tassi. Vediamo più da vicino.
Le decisioni dal Consiglio direttivo BCE sono mirate, come accennato, a contrastare un ulteriore aumento dell’inflazione gravante su cittadini e per le aziende, e dunque a raggiungere l’obiettivo della stabilità dei prezzi (inflazione del 2% all’anno nel medio termine). Ciò eviterebbe nuove stangate in fatto di prezzi – gli aumenti sono ben visibili a tutti in questo periodo.
Con questo nuovo rialzo il tasso sui rifinanziamenti principali sale al 3,50%, quello sui depositi al 3% e quello sui prestiti marginali al 3,75%. Conseguenze non indifferenti per i tassi di interesse di riferimento, a livelli mai così alti dal 2008.
Com’è noto la Banca centrale europea aveva già cominciato ad incrementare i tassi la scorsa estate:
Nessuna smentita perciò circa le previsioni di analisti e mercati, ovvero nessun dietrofront alla stretta monetaria decisa dalla BCE per contrastare la corsa dell’inflazione, nonostante le turbolenze che stanno investendo il settore bancario dopo il fallimento di SVB e la crisi di Credit Suisse.
Tuttavia a livello di politica interna non mancano i malumori. In particolare Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture del Governo Meloni, si è scagliato in questi giorni contro le scelte di politica monetaria della BCE. Lo ha fatto affermando che quelle della banca centrale si rivelerebbero scelte fallimentari in Italia e in Europa e accusando apertamente la presidente BCE Lagarde di adottare una politica inadeguata alla situazione socioeconomica odierna, ‘invitandola’ a placare quello che lo stesso Ministro ha definito “furore aumentistico”.
L’attacco giunge all’indomani della scelta dell’importante istituzione di rialzare i tassi dell’Eurozona di 50 punti base. Secondo il Ministro delle Infrastrutture le conseguenze dei rialzi a catena si stanno riflettendo sempre più duramente sui mutui e finanziamenti e, per questo, Salvini ha sottolineato che oggigiorno per una impresa o una famiglia chiedere un mutuo – e sostenerne l’onere nel tempo – sarà sempre più complicato se non impossibile. Secondo il Ministro la scelta sarebbe peraltro scollegata dall’economia reale.
L’accusa è anche quella legata al timore che Francoforte stia pensando di provocare artificialmente una recessione per contrastare l’inflazione con la povertà. In questo si riassume la posizione critica del Ministro.
Per il momento il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea tira dritto. Il comunicato ufficiale dell’istituzione non lascia dubbi perché il Consiglio direttivo ha deciso, come detto, di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE.
Ribadiamo infine che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono aumentati rispettivamente al 3,50%, al 3,75% e al 3,00%.
Gli effetti a partire del 22 marzo prossimo. Tuttavia in questa occasione c’è stata una prima frenata sulle intenzioni della Banca centrale europea riguardo a prossimi ed eventuali nuovi aumenti dei tassi di interesse. E vero è che la BCE non ha voluto preannunciare le prossime mosse, a differenza di quanto fatto nel recente passato.
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