Occorre prestare grande attenzione alla domanda dell’assegno di accompagnamento, visto che anche un errore piccolo può portare al rigetto della richiesta
Quando si parla di assegno di accompagnamento e della relativa domanda, bisogna prestare attenzione a tutti gli aspetti, dal momento che in presenza pur di un piccolo errore, quest’ultimo può causare il rigetto della stessa, anche nel caso di un’invalidità al cento per cento.
Si tratta di un elemento dalla grande rilevanza, l’assegno di accompagnamento, ovverosia una prestazione di tipo economica, mensile, che viene riconosciuta e pagata da parte di INPS. E ciò, nei confronti del soggetto mutilato oppure invalido totale per cui vi è stato accertato l’impossibilità della deambulazione senza il sostegno da parte di un accompagnatore. O in relazione alla incapacità di svolgere quotidianamente gli atti della vita.
Per quel che concerne cifre ed importi previsti per l’anno corrente, sono pari a 527.12 euro per dodici mensilità. Al fine di poterlo ricevere, bisogna fare relativa richiesta all’Istituto Nazionale Previdenza Sociale.
Proprio tale ultimo aspetto, dunque la domanda, richiede massima attenzione. Infatti, in presenza pur di un piccolo errore eventuale, questi potrebbe causare il rifiuto della medesima, anche qualora il soggetto che ne fa richiesta avesse l’invalidità al cento per cento.
Assegno di accompagnamento a chi spetta, requisiti
Tanti e diversi gli aspetti che si legano all’economia, in generale, che possono destare attenzione e suscitare interesse. Ad esempio qui per approfondire il bonus 300 euro con ISEE sino a 18 mila euro: cosa e chi riguarda e che c’è da sapere.
Tornando però all’assegno di accompagnamento, per ricevere occorre un presupposto, al fine che la richiesta vada a buon fine. Ovvero che tale richiesta arriva da parte di soggetti mutilati oppure invalidi totali per cui ad esser accertate è l’impossibilità di deambulare in assenza dell’aiuto di un accompagnatore. O in presenza della incapacità di svolgimento in merito agli atti quotidiani della vita.
La misura si riconosce a patto che vi sia la presenza dei seguenti requisiti in capo al soggetto che ne fa richiesta. E dunque il riconoscimento dell’inabilità totale e permanente (cento per cento); quello dell’impossibilità a proposito della deambulazione autonoma in assenza di aiuto permanente di un accompagnatore; e ancora della impossibilità circa il compiere in autonomia atti quotidiani della vita senza una costante assistenza.
E ancora, residenza stabile e abituale in Italia; cittadinanza italiana. Per quanto concerne il cittadino straniero comunitario, l’iscrizione all’anagrafe del comune di residenza. In merito al cittadino straniero extracomunitario, il permesso di soggiorno quantomeno di 1 anno.
La richiesta, cosa va indicato
La richiesta circa l’assegno di accompagnamento va fatta all’INPS e anzitutto occorre avere il verbale rilasciato dalla specifica commissione medico – l legale alla fine dell’accertamento sanitario. Dal verbale deve evincere la minorazione riconosciuta.
Poi, nella domanda serve indicare altri dati. È il caso ad esempio degli eventuali ricoveri all’interno di strutture sanitaria, dello svolgimento dell’attività di lavoro. O ancora, l’indicazione della modalità circa il pagamento e l’eventuale delega a riscuotere da parte di un terzo o verso le associazioni.
Spiega Investire Oggi che talvolta potrebbe esser sufficiente l’assenza di taluni dati indicati, o magari di una spunta di un campo indispensabile, per il rifiuto della domanda. I tempi di lavorazione medi sono di trenta giorni. L’indennità ha decorrenza a partire dal 1° giorno del mese che segue la presentazione della domanda. Si sospende qualora vi sia ricovero totalmente a carico dello Stato per un lasso di tempo maggiore di ventinove giorni.
Questi, alcuni dettagli generali. Ma è bene approfondire la tematica anche presso esperti del campo, per saperne maggiormente.