Ok del Consiglio dei Ministri nella giornata di giovedì 16 marzo al disegno di legge delega per la riforma fiscale 2023. La notizia rispecchia i tempi della tabella di marcia del Governo, anticipata in quest’ultimo periodo.
Prosegue il percorso che dovrà portare ad una strutturale ed organica riforma fiscale in Italia. Infatti nella giornata di giovedì 16 marzo c’è stato il via libera e l’approvazione in CdM della legge delega per la riforma fiscale 2023.
Di seguito cercheremo di fare luce sulle maggiori novità in arrivo, sul piano dei rapporti tra contribuente e Agenzia delle Entrate. All’orizzonte cambiamenti in fatto di Irpef, ma anche di Ires e Iva. In buona sostanza avremo una complessiva riscrittura delle regole dei rapporti tra Amministrazione finanziaria e cittadini e vi saranno ben 24 mesi e oltre al fine di dar luogo al progetto di revisione. I dettagli.
Come accennato, siamo prossimi ad una riforma tout court del pianeta Fisco in Italia, perché la delega fiscale approvata dal Consiglio dei Ministri spinge alla riscrittura integrale di un sistema tributario ormai anacronistico sotto molti aspetti.
In particolare le regole che saranno introdotte e che saranno operative entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega, tendono ad alcuni ben precisi obiettivi. Di seguito li sintetizziamo:
In altre parole, la certezza del diritto, una minor pressione fiscale, una maggior attrazione di capitali esteri e la riduzione del contenzioso rappresentano le linee guida dell’azione di Governo in vista della riforma fiscale 2023.
Insomma sono tante le novità e gli aggiornamenti in arrivo, come si confà ad una riforma fiscale che voglia essere veramente tale. Grazie all’introduzione del concordato preventivo biennale e il potenziamento dell’adempimento collaborativo, sono riscritte le regole della lotta all’evasione fiscale perché quest’ultima viene improntata ad un’ottica di prevenzione, prima che di repressione.
Vero è che l’approvazione del testo della legge delega per la riforma fiscale costituisce soltanto una tappa verso il traguardo della realizzazione di tutto il progetto di revisione del sistema tributario disegnato dall’Esecutivo. Infatti i passi successivi saranno la discussione in Parlamento e, di seguito, vi saranno 24 mesi per approvare i vari decreti legislativi di modifica. Proprio questi ultimi saranno i provvedimenti con cui avremo in concreto l’auspicata riforma fiscale.
Abbiamo accennato ai principi guida, ma è chiaro che le novità scenderanno nel merito e toccheranno il delicato argomento delle imposte. Attesa una rimodulazione delle aliquote Irpef, diminuendo anche gli scaglioni di reddito da 4 a 3. Al contempo avremo anche una parallela revisione delle tax expenditures, ovvero le agevolazioni fiscali che riducono il prelievo a carico dei contribuenti. Ci riferiamo a detrazioni e deduzioni, come anche ad imposte sostitutive (per es. la cedolare secca sugli affitti) e alle aliquote ridotte (per es. per l’Iva) e crediti di imposta (per le aziende).
Ancora, in materia di imposte avremo il superamento dell’IRAP e l’IRES passerà a una doppia aliquota. Non solo. All’orizzonte anche una razionalizzazione dell’IVA. Nonostante alcune critiche, probabile spazio nella riforma fiscale anche alla flat tax incrementale per i lavoratori subordinati, che va a sommarsi a quelle già valevoli per coloro che svolgono un lavoro autonomo.
Essendo una riforma di ampio respiro e destinata a mutare ed evolvere il sistema fiscale applicato nei prossimi anni, è chiaro che la lista delle novità non si ferma qui: insieme alle modifiche di imposte e tributi locali, vi saranno aggiornamenti in tema di procedimenti dichiarativi, attività di accertamento e correlate sanzioni ai contribuenti. Insomma, un lavoro molto ampio e complesso, che di certo non finisce qui e su cui non mancheremo di aggiornarvi nelle prossime settimane.
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