Taiwan rinuncia all’energia nucleare, ma lo fa in controtendenza. Il caso del Giappone e la situazione in Italia.
Come è noto, Cina e Taiwan stanno proseguendo un conflitto che risale alla fine della guerra civile cinese nel 1949.
Se è vero che la Cina continentale ritiene tuttora che Taiwan faccia parte del suo territorio, è altrettanto vero che ha già cercato di riunificarla con la forza o con la diplomazia. Taiwan, invece, si è sviluppata in una democrazia autonoma e si ritiene uno Stato a se stante a tutti gli effetti, indipendente e con un Governo e una Costituzione propri.
Ebbene, proprio con una scelta di denuclearizzazione in questi giorni Taiwan sta nuovamente facendo parlare di sé, a distinguersi ancora una volta dall’antagonista storico cinese. Una decisione politica ben precisa sta infatti alla base dell’addio graduale alla produzione di energia nucleare, poiché il Partito Democratico Progressista di Taiwan, eletto nel 2016 e rieletto alcuni anni fa, nel suo programma politico include anche l’obiettivo dell’eliminazione graduale della produzione nucleare entro il 2025. L’isola vuole infatti sostituire l’energia nucleare con il gas naturale.
Vediamo più da vicino questi temi, di indubbio interesse in quanto riguardano direttamente Taiwan, un paese al centro di dispute e confronti a livello globale.
Come abbiamo accennato, Taiwan vuole abbandonare gradualmente l’energia nucleare e per compensarne la futura assenza, in questo periodo sta acquistando più carichi di gas naturale liquefatto (GNL) da consegnare nel corso del 2024 in seguito alla chiusura di un reattore nucleare.
Le ultime notizie, risalenti a pochi giorni fa, ci dicono infatti che la CPC Corp di Taiwan ha comprato questa settimana, attraverso una gara d’appalto, almeno 10 carichi di gas naturale liquefatto da consegnare tra maggio 2023 e marzo 2024. E’ chiaro dunque che questo territorio intende passare dalle parole ai fatti, procurandosi più gas naturale per far fronte al calo progressivo della produzione di energia nucleare.
In particolare, le funzioni dell’unità 2 della centrale nucleare Kuosheng di Taiwan non sono più operative e saranno smantellate dopo la scadenza della licenza operativa quarantennale. A Taiwan vi sono ancora due reattori nucleari in funzione presso la centrale nucleare di Maanshan. La cessazione del loro funzionamento è prevista in un’ottica di gradualità, tra il 2024 e il 2025.
Taiwan pare andare controcorrente nella linea di abbandonare l’energia nucleare, e questo perché altri Paesi stanno rivedendo la loro strategia di generazione nucleare a seguito delle conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina, che ha fatto salire alle stelle i prezzi di petrolio, gas naturale e carbone. Crescenti i timori in tema di sicurezza energetica e non mancano i Governi che mirano invece a dare un ruolo chiave e primario all’energia nucleare.
Tra questi il Giappone, che pare aver cambiato idea rispetto a qualche anno fa. In molti ricorderanno il disastro nucleare di Fukushima del 2011: all’epoca il Giappone promise di ridurre l’utilizzo dell’energia nucleare come fonte di elettricità, ma ora – a seguito del mutato scenario internazionale e delle turbolenze odierne – sta pensando di correre al riparo, orientandosi ad un uso prolungato dell’energia nucleare. Vero è infatti che alla fine del 2022, il Governo giapponese ha confermato una nuova linea politica in tema di energia nucleare.
In particolare, alcuni mesi fa un gruppo di esperti del Ministero dell’Industria del paese del Sol Levante ha deciso che il Giappone avrebbe consentito lo sviluppo di nuovi reattori nucleari e permesso ai reattori disponibili di essere operativi dopo l’attuale limite di 60 anni.
Nel nostro paese il dibattito sul nucleare si arricchisce e torna molto vivo. Al centro vi sono le scelte strategiche per il futuro italiano e l’opzione nucleare come fonte di energia sicura, pulita, affidabile e sostenibile è sicuramente sul tavolo. Questo anche perché, secondo gli esperti dei temi legati all’energia, le rinnovabili non saranno in grado di soddisfare tutta la domanda di energia elettrica.
Insomma soltanto grazie all’energia nucleare potrà essere ultimato il percorso di transizione energetica, tanto più che Bruxelles ha inserito l’energia nucleare tra le possibilità per agevolare la neutralità carbonica della UE entro il 2050. Vedremo presto quale sarà la linea politica dell’Italia per i prossimi anni.
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