La riforma previdenziale è nell’agenda di Governo ma non mancano gli ostacoli. E’ sempre più probabile il rinvio di Quota 41 per fare ancora posto a Quota 103 nel 2024.
Il tempo scorre e le prospettive per una riforma pensioni strutturale ed organica entro l’anno iniziano ad essere meno certe.
Secondo gli osservatori più attenti e gli esperti della materia della previdenza, non è improbabile un rinnovo o proroga di Quota 103 anche per il 2024, e questo perché il confronto tra Esecutivo e parti sociali sul tema pensioni si sta rivelando denso di questioni aperte e di ostacoli non semplici da superare.
D’altronde l’agenda di Governo include una pluralità di argomenti sia di politica interna che internazionale, e riuscire a rispettare la tabella di marcia e tutti gli obiettivi prefissati è complicato innanzi a questioni delicate quali quella dell’inflazione e del carovita, tra le altre. Ecco perché sembrano allungarsi i tempi per l’introduzione di Quota 41 per assicurare il pensionamento anticipato secondo nuove ed aggiornate regole.
Di seguito cerchiamo insieme di capire come stanno realmente le cose in tema di riforma pensioni e a che punto sta il confronto tra Governo e parti sociali, mirato a superare almeno alcuni aspetti della discussa legge Fornero.
Come accennato in apertura, non mancano gli interrogativi sul futuro dei meccanismi di accesso alla pensione dopo la fine di Quota 103 che, come sappiamo, costituisce una misura ‘ponte’ e di durata limitata, proprio come le simili ed anteriori Quota 100 e Quota 102, operative negli anni passati e oggi archiviate.
Quota 103 è stata varata dal Governo attuale per introdurre una nuova via di uscita anticipata dal mondo del lavoro e il documento in cui ha trovato spazio il suo varo è stata la recente legge di Bilancio. Grazie a questo provvedimento, infatti, fino al 31 dicembre 2023 ai lavoratori è consentito il pensionamento con:
Vero è che nel Governo c’è compattezza sul punto di arrivo della riforma pensioni e sul nuovo pensionamento anticipato. Si tratta appunto di Quota 41, meccanismo considerato da molti nel centrodestra, a cominciare dalla Lega, il traguardo di una riforma della previdenza tanto attesa quanto difficoltosa da realizzare.
Oltre alla questione Governo – sindacati, nell’ambito della quale sta mancando una sintesi costruttiva, c’è anche il nodo risorse disponibili, perché il lancio nei prossimi mesi di Quota 41 andrebbe a pesare non poco sulle casse dello Stato. I tecnici del Governo hanno quantificato un + 8-9 miliardi di spesa e ciò, insieme alle altre questioni aperte di cui l’Esecutivo deve occuparsi quest’anno, appare un esborso non compatibile con l’obiettivo della tenuta dei conti pubblici.
Ecco perché tra le ipotesi che cominciano a circolare c’è appunto quella di una proroga annuale della stessa Quota 103. Ma al di là della decisione che sarà presa con tutta probabilità con la prossima manovra autunnale, anche per il 2024 l’Esecutivo è comunque intenzionato ad assicurare un canale per accedere alla pensione prima dei requisiti della pensione di vecchiaia, ovvero 20 anni di contributi e il compimento di 67 anni di età. Il canale si andrebbe a sommare ad Ape sociale, Opzione donna e alle altre “vie” già collegate alla discussa legge Fornero.
Ciò contribuirebbe infatti ad allargare le opportunità di ingresso in quiescenza per chi ormai non è più giovane da un pezzo, tanto più che – sulla scorta dell’ultimo monitoraggio condotto dall’Inps – sui flussi di pensionamento è arrivata una conferma che già molti si aspettavano. Ovvero: oggi più di 3 trattamenti su 10 sono erogati dall’istituto di previdenza con la fisionomia di assegni anticipati o prepensionamenti. Questo fa capire quanto sia importante proseguire (anche) sulla strada dei meccanismi di pensionamento agevolato, ove ne ricorrano i requisiti.
Difficoltà nel dialogo con i sindacati, problemi a livello di risorse e tempi ristretti sono dunque tre elementi che ci fanno pensare alla conferma per il 2024 di Quota 103 e se è vero che il Governo punta a superare gradualmente la legge Fornero per permettere l’uscita con 41 anni di contributi al di là dell’età anagrafica, questo obiettivo non potrà essere conseguito il prossimo anno.
Per il 2024 dovrà dunque essere trovata un’altra misura-ponte per dare luogo all’uscita anticipata. Si potrebbe trattare proprio del prolungamento della citata Quota, che appare la scelta più ovvia e la principale opzione di prepensionamento anche per l’anno prossimo.
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