Il futuro dell’automotive dovrà essere improntato alla sostenibilità e alla decarbonizzazione, ma al momento non c’è una visione condivisa totalmente da Bruxelles e i paesi UE. Tra questi l’Italia, che indica un piano in parte diverso da quello UE.
In fatto di stop alla vendita di auto a benzina e diesel entro il 2035, in questi giorni si vive una situazione di stallo a Bruxelles e questo nonostante le aperture della Commissione europea alle richieste di non pochi Stati membri, tra tutti la Germania, su una deroga per gli e-fuel.
Proprio nella seconda parte di marzo sono in calendario appuntamenti chiave che vedranno coinvolte le istituzioni continentali, ma secondo gli osservatori più attenti siamo ancora ben lontani dal raggiungere una soluzione idonea a soddisfare tutte le parti in gioco. Insomma in tema di stop a diesel e benzina, e-fuel, Euro 7 regna l’incertezza a livello europeo ma in Italia il Governo ha indicato in questi giorni il percorso che intende fare. In particolare, si vorrebbe spingere non soltanto all’elettrico per la mobilità del futuro e, in particolare, le autorità italiane indicano all’Unione la possibilità di concedere spazio anche a biocarburanti, e-fuel e idrogeno.
Cerchiamo allora di capire un po’ meglio qual è la situazione odierna per ciò che attiene al complesso settore dell’automotive che, con tutta probabilità, vivrà una fase di profonda evoluzione nell’obiettivo della sostenibilità e neutralità climatica.
Mobilità del futuro ed automotive: il futuro è solo elettrico?
Proprio di neutralità climatica si parla con insistenza negli ultimi tempi: con essa si intende l’equilibrio tra le emissioni nocive e l’assorbimento delle stesse e proprio questo tema è incluso nella lettera indirizzata al Vicepresidente della UE Timmermans da parte dei ministri italiani dell’Energia, dei Trasporti, delle Imprese e Made in Italy, che infatti sono tornati a sottolineare una posizione già manifestata a livello pubblico sul futuro della mobilità sostenibile nel continente.
Le autorità italiane concordano sul fatto di spingere all’elettrico, che rappresenta il futuro della mobilità, ma è vero che dovrà esserci un ruolo anche per i motori endotermici, con e-fuel, biocarburanti e anche con l’idrogeno. Questa è in estrema sintesi la linea italiana in materia. Tra gli argomenti dibattuti il citato e-fuel, abbreviazione di electrofuel, ovvero un carburante a emissioni zero che negli anni a venire potrebbe assicurare la produzione e la commercializzazione di mezzi a combustione interna rispettando i parametri europei per conseguire la neutralità climatica entro il 2050.
Il problema di fondo è però costituito dalla ‘linea dura’ di Bruxelles, che vorrebbe spingere all’elettrico puro già dai prossimi anni.
Tra Bruxelles e alcuni paesi europei non si registra una comune visione in tema di automotive e mobilità green
La Commissione UE, nella volontà di vincere lo stallo nel più breve tempo possibile, ha presentato una bozza d’accordo nel quale si indica la creazione di una nuova categoria di mezzi a motore alimentati soltanto con carburanti a emissioni zero e dotati di un sistema che bloccherebbe il ricorso ad altre tipologie di combustibili. Ma vi sarebbe l’opposizione della Germania, paese che da sempre ha un ruolo di vertice in Europa nell’industria automobilistica. In particolare, i tedeschi, attraverso il loro ministro dei Trasporti, hanno chiesto che nel pacchetto di misure licenziato dalla Commissione sia di fatto inclusa anche la deroga sugli e-fuel.
Per quanto riguarda la situazione interna, in Italia il Governo e i produttori di automobili paiono consapevoli fondamentalmente di un punto: i vincoli molto rigidi imposti dalle nuove direttive UE sul passaggio all’elettrico puro nel breve periodo penalizzerebbero fortemente l’intera filiera produttiva italiana dell’automotive. Il motivo è facilmente intuibile: questa rivoluzione della mobilità costringerebbe il paese ad investire enormemente – in un periodo già molto complesso per una serie di incognite e fattori – verso una riconversione green che però trascurerebbe le opzioni differenti dall’elettrico.
Conclusioni
Insomma secondo le autorità italiane per accompagnare il sistema produttivo verso la decarbonizzazione e contribuire alla protezione dell’ambiente, ci sarebbero anche altre strade ugualmente meritevoli di essere battute. E’ chiaro che non si può dimenticare quel Regolamento UE che prevede il divieto di immatricolazione di auto e furgoni con motori endo-termici (diesel e benzina) dal 2035, ma il problema è e resta la data così ravvicinata per lo stop a tutti i motori termici, senza soluzioni ‘intermedie’.
Ecco perché il Governo cerca una mediazione con le istituzioni UE e, con tutta probabilità, al prossimo Consiglio europeo l’Italia rimarcherà la sua posizione, domandando l’inclusione di e-fuel e biocarburanti come soluzioni consentite per la mobilità con l’elettrico puro.