Nei tempi odierni, l’obiettivo pensione potrebbe essere visto quasi come un miraggio, e ciò specialmente se sono commessi errori in ambito investimenti previdenziali. I dettagli.
Garantirsi un avvenire sereno sul fronte previdenziale è o dovrebbe essere un obiettivo di qualsiasi lavoratore mediamente lungimirante.
Chiaro però che non è così facile percorrere senza intoppi la strada che porta a questo significativo traguardo: se è vero che il requisito anagrafico e quello contributivo sono cruciali, è altrettanto vero che, talvolta, carriere discontinue, lavori precari e ‘buchi’ contributivi non aiutano ad avvicinarsi all’agognata pensione.
Recentemente è stato pubblicato uno studio, condotto in 16 distinti Stati del globo, attraverso il quale sono emersi alcuni dettagli molto interessanti, che ci indicano quali sono gli errori che tendenzialmente sono commessi da parte di chi investe in modo mirato in materia di previdenza.
Ci riferiamo al Natixis Global Retirement Index, giunto alla sua decima edizione, il quale ha valutato alcuni fattori chiave che orientano ad una pensione sicura. Per chi non lo sapesse, Natixis è una società di gestione che offre soluzioni di investimento, fondi comuni, ETFs e conti separati per istituzioni finanziarie e professionisti.
Vediamo più da vicino cosa è emerso, focalizzandoci su tre ‘passi falsi’ che hanno un impatto molto significativo sulla pensione di domani.
Gli investimenti mirati alla pensione servono a conquistare, in futuro, un trattamento pensionistico tale da assicurare l’accesso pieno a beni e servizi, proprio come accadeva in costanza di rapporto di lavoro, grazie allo stipendio mensile. Ecco perché l’indagine Natixis Global Retirement Index, se considerata con attenzione, consente agli investitori di acquisire consapevolezza anche sugli elementi che non spingono alla sicurezza finanziaria ed una pensione realmente proporzionata al costo della vita.
Gli investitori pre-pensionati in molti casi non considerano adeguatamente il rilievo dell’aspettativa di vita in incremento. Secondo l’indagine Natixis ben il 46% degli investitori non ne tiene conto o meglio, non è in grado di fare calcoli esatti. Pertanto informarsi il più possibile circa gli studi scientifici in materia è quanto mai raccomandabile per non adottare strategie poco lungimiranti e in perdita nelle proprie attività. Anche se d’altra parte è inconfutabile che pur con il progresso della medicina, l’innalzarsi della qualità della vita rende assai arduo stimare quanto potrà essere la durata della propria vita. E questo chiaramente non può non avere ripercussioni sulle strategie di investimento previdenziale.
Altro errore comune tra gli investitori pre-pensionistici, secondo Natixis, è non riuscire ad essere equilibrati negli investimenti. E questo a maggior ragione conta in tempi di inflazione galoppante. Ovviamente non esiste la formula magica per tutelarsi davvero contro i rischi, tuttavia ci si può difendere ricercando continuamente il giusto mezzo tra l’azzardo e la ritrosia – affidandosi a consulenti previdenziali preparati e competenti.
Peraltro ciò permetterà di non cadere in aspettative di rendimento non realistiche, o addirittura in qualche truffa. Non dimentichiamo infatti che non sono pochi coloro che restano vittima degli inganni di qualche scaltro scammer e truffatore del web che promette alti rendimenti con un piccolo sforzo in termini di investimenti. Ecco perché è assai preferibile rivolgersi a figure consulenziali di chiara fama e con un’immagine del tutto credibile.
Infine, non possiamo dimenticare un problema odierno molto sentito da chiunque. Ci riferiamo all’inflazione, vale a dire l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un certo lasso di tempo, il quale produce una diminuzione del potere d’acquisto della moneta. Ebbene, sottovalutare l’impatto dell’inflazione, senza informarsi adeguatamente, può produrre brutte sorprese per gli investitori pre-pensionati quando si tratta della loro pianificazione previdenziale. Vero è che questo valore così mutevole sconvolge spesso i piani di milioni di persone che magari hanno impiegato decenni a risparmiare.
Concludendo, la portata della diminuzione del potere d’acquisto che segue ai prezzi in rapida escalation rappresenta una minaccia non di poco conto per la propria sicurezza finanziaria, e non soltanto nel breve termine ma anche nel lungo termine – e ci riferiamo ovviamente allo scenario previdenziale del futuro. Ecco perché le indagini come quella consueta di Natixis aiutano ad orientarsi meglio nella ‘giungla’ della previdenza.
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