L’Assegno di Inclusione è una di quelle nuove misure di sostegno che vanno a sostituire il vecchio Reddito di Cittadinanza. Ecco tutti i dettagli.
Alla fine il Governo Meloni, nonostante gli appelli e la preoccupazione degli italiani, ha portato a termine il suo progetto, cancellando il Reddito di Cittadinanza per come lo conoscevamo.
Le criticità sulla passata misura di sostegno alle persone povere c’erano, ma si è preferito cambiare completamente impostazione, non senza una vena di sarcasmo nei confronti di chi è davvero in difficoltà e non riesce a costruirsi una vita dignitosa. Come spesso accade in Italia, di fronte ad un problema ci si divide in fazioni: nel caso dell’RDC si sono formate due “scuole di pensiero”, tra chi incolpava i cittadini di non aver voglia di lavorare e chi invece suggeriva un sistema meno discriminatorio.
Ma i giochi ormai sono fatti e siamo arrivati alle nuove misure: al posto del vecchio Reddito di Cittadinanza avremo tre tipi di supporto diverso, a seconda delle situazioni. Parliamo di Pal, Gil e Gal. Il Pal è una prestazione di accompagnamento al lavoro, e verrà erogata in via transitoria da agosto 2023. La Gil è la garanzia per l’inclusione, ed è una misura destinata a chi non è occupabile. Gal è l’acronimo di garanzia per l’attivazione lavorativa, pensata per chi è in condizioni di lavorare.
Ricordiamo che dal 2024 il Reddito di Cittadinanza verrà presumibilmente sostituito in via definitiva con MIA, la Misura di Inclusione Attiva. In questo articolo andiamo ad approfondire sull’Assegno di Inclusione.
Attualmente l’Assegno di Inclusione, o Strumento di Attivazione, è una delle misure concepite dal Governo Meloni per dare una svolta migliorativa al Reddito di Cittadinanza. Il percorso è finalizzato a inserire nel mondo del lavoro e facilitare l’inclusione di determinate categorie di cittadini.
I nuclei familiari con disabili, minori e over 60 potranno in questo modo ottenere un’indennità fino a 6 mila euro all’anno e un contributo affitto (fino a un massimo di 3.360 euro annui); ovviamente, il beneficiario della misura dovrà aderire a programmi prestabiliti.
Chi desidera richiedere l’Assegno di Inclusione deve rispondere a determinati requisiti: la residenza in Italia da almeno 5 anni (di cui 2 in nodo continuativo) un ISEE non superiore a 9.360 euro e un reddito familiare al di sotto dei 6 mila euro all’anno. Chi rientra nei parametri riceverà il sostegno economico per non più di 18 mesi, ed è contemplato anche il rinnovo ma con la sospensione di un mese e per una durata non superiore a ulteriori 12 mesi.
Per facilitare l’ingresso dei suddetti beneficiari nel mondo del lavoro, il Governo Meloni ha ideato degli incentivi per chi assume. Se un’azienda fa un contratto a chi percepisce l’Assegno di Inclusione non pagherà per 12 mesi i contributi previdenziali previsti, con il tetto massimo di 8 mila euro all’anno.
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