La definizione agevolata non sempre è la strada migliore da seguire. Per alcuni debitori può essere più vantaggiosa la rateizzazione ordinaria.
Poniamo a confronto la rottamazione quater con la rateizzazione ordinaria per comprendere quando conviene l’una, quando l’altra.
Entro il 3o aprile 2023 i contribuenti debitori devono aderire alla rottamazione quater introdotta dalla Legge di Bilancio per rateizzare l’importo delle cartelle esattoriali cancellando sanzioni e interessi. Un’occasione vantaggiosa a prima vista dato che il debito residuo risulterà inferiore. Potrà essere corrisposto con una dilazione di 18 rate pagate trimestralmente a partire dal mese di luglio 2023 fino al 30 novembre 2027. Le prime due rateizzazioni corrisponderanno ciascuna al 10% dell’importo totale, le altre rate al 5%. Poi occorrerà aggiungere il 2% di interessi a partire da agosto 2023. Per le cartelle sopra i mille euro i cittadini dovranno comunicare l’adesione alla rottamazione quater secondo le modalità che dovrebbero essere comunicate oggi, 21 gennaio. Ma prima di capire se sia o meno la cosa giusta da fare è bene capire quando la definizione agevolata conviene e quando no.
Definizione agevolata sì o no?
La rottamazione quater toglie sanzioni, interessi e aggio abbassando l’importo del debito residuo. Come accennato le prime due rate devono corrispondere al 10% del totale. Ciò significa cifre elevate per chi ha un debito alto da dover corrispondere a tre mesi l’una dall’altra. E le successive, sebbene corrisponderanno alla metà, resteranno somme notevoli da pagare in così breve tempo. I mesi di distanza, poi, non saranno sempre tre. Da maggio 2024 a luglio 2024 passeranno solo otto settimane. Più lunghi i tempi, invece, da luglio a novembre.
La prima valutazione da fare, dunque, è se le cifre da versare con questa frequenza sono sostenibili per le proprie tasche. Occorre considerare, poi, che non sono concessi ritardi. Superando i cinque giorni di tolleranza dalla scadenza della rata si decadrà immediatamente dal beneficio. Nessun respiro, dunque, per i contribuenti. Forse è meglio la rateizzazione ordinaria?
Pro e contro della rateizzazione ordinaria
L’unico svantaggio della rateizzazione ordinaria è l’impossibilità di ridurre l’importo da corrispondere dato che sanzioni, interessi e aggio non verranno cancellati. La cifra, dunque, non subirà tagli ma si potrà corrispondere con una dilazione fino a 120 rate. Si avranno rate più leggere dato che il tempo a disposizione sarà di 10 anni. Inoltre, l’importo delle rate sarà uguale, senza la maggiorazione dei primi due versamenti.
Un ultimo vantaggio della rateizzazione ordinaria è la maggior tolleranza per i ritardi dei pagamenti delle rate. Si decadrà dal beneficio dopo otto rate non corrisposte (non necessariamente consecutive). Di conseguenza in periodi di difficoltà sarà possibile evitare il versamento per procedere, poi, in un momento migliore.