Come annunciato dalle istituzioni l’importo dell’assegno unico 2023 crescerà a causa di inflazione e carovita. Ma le novità non si fermano qui. Ecco una panoramica della prestazione a sostegno della natalità e genitorialità, alla luce degli aggiornamenti normativi. I dettagli.
Dall’anno scorso è attivo l’assegno unico, ovvero quel sostegno economico per le famiglie con figli a carico che è previsto a cominciare dal settimo mese di gravidanza e fino al ventunesimo anno di età del figlio o della figlia. L’ammontare cambia sulla scorta dell’Isee della famiglia e dell’età dei figli a carico.
Si chiama “unico” perché accorpa, unifica e sostituisce una serie di misure a sostegno delle famiglie – valevoli fino al periodo anteriore al lancio dell’assegno – ed è al contempo “universale” perché è dato a tutte le famiglie con figli a carico residenti e domiciliate in Italia, senza alcun limite di reddito.
Ebbene, da questo mese, per tutte le famiglie che se ne avvalgono, avremo l’aumento dell’importo dell’assegno unico e universale e questo a causa della rivalutazione legata all’andamento dell’inflazione. Che cosa cambia dunque in concreto per questa prestazione varata lo scorso anno? Scopriamolo insieme.
Assegno unico e universale 2023: l’effetto inflazione fa salire l’importo mensile
L’adeguamento all’inflazione è fissato dal decreto legislativo istitutivo della misura universale n. 230/2021 ed è giustificato da evidenti ragioni di tutela del potere di acquisto contro il carovita. D’altronde ben si sa che le spese mensili per un nucleo familiare con figli a carico sono oggettivamente più consistenti: ecco perché il tasso dell’aumento dell’assegno sarà dell’8,1%, come la variazione media dello scorso anno di ciò che l’Istat definisce “indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati” (Foi).
Interessante notare che il tasso dell’aumento appena citato sarà applicato:
- al valore dell’incentivo in sé;
- alle soglie Isee tramite le quali viene distribuito secondo vari importi.
Quanto abbiamo appena ricordato si riferisce alle novità di febbraio, ma sono attesi importanti aggiornamenti anche il mese prossimo. Infatti a marzo avremo le annunciate estensioni del 50% del valore dell’assegno, e di cui si trova traccia nell’ultima legge di Bilancio, per i nuclei con tre o 4 figli o con bambini con meno di un anno – e un Isee non più alto del valore di 40 mila euro all’anno. Previsto anche un aumento del 50% della maggiorazione forfettaria per i nuclei con almeno quattro figli a carico, che sale da 100 a 150 euro.
Di quanto aumenterà l’assegno?
Ora l’importo dell’assegno unico base è di 175 euro al mese, previsto per i nuclei con Isee non maggiore di 15mila euro. Sopra questa soglia, l’importo della prestazione a favore della natalità e della genitorialità decresce di 0,5 al crescere di 100 euro del valore dell’indicatore. Il valore minimo corrisponde a 50 euro per ogni figlio minore, in mancanza di Isee o con Isee uguale o maggiore di 40mila euro.
Considerata la percentuale sopra menzionata, grazie al meccanismo della rivalutazione i beneficiari dell’assegno unico e universale figli a carico avranno diritto a poco più di 189 euro fino a 16.215 euro di Isee annuo, mentre il tetto massimo aumenterà fino a 43.240 euro, con un assegno unico del valore di circa 54 euro.
Inoltre è stato stimato che la maggiorazione avrà una cifra massima di 94 euro da far valere sull’importo dell’assegno, che rimane progressivo e dunque aumenta al diminuire dell’Isee. Agli importi attuali si andranno dunque a sommare le maggiorazioni lanciate nel 2023.
Stop richieste rinnovo assegno unico da marzo 2023
Sempre a marzo, inoltre, si prevedono ulteriori novità in tema di ricezione del beneficio. Infatti avremo lo stop delle richieste di rinnovo. Questo perché l’istituto di previdenza liquiderà d’ufficio la prestazione a colui che ha già incassato l’assegno unico. Ma attenzione: affinché il rinnovo sia automatico, la richiesta a suo tempo presentata non deve essere stata respinta, revocata o decaduta.
Per le persone che non hanno subito una modifica dell’Isee ma già incassano l’incentivo dallo scorso anno, non è dunque obbligatorio rinnovare la domanda per il 2023. Da marzo, infatti, il versamento si compirà in automatico, basandosi sui dati Isee aggiornati e sui valori minimi previsti dalla legge. Ecco perché i beneficiari da gennaio 2022 a febbraio 2023 dovranno presentare soltanto l’aggiornamento Isee e non una nuova richiesta di assegno unico (a condizione che non ci siano modifiche nelle informazioni utili, come ad es. il numero di figli, perché in quel caso devono essere rese note entro il 28 febbraio).
Concludendo, è vero dunque che da marzo al citato adeguamento legato all’inflazione, si sommeranno gli aumenti di importo per l’assegno unico previsti dalla legge di Bilancio. Tuttavia i beneficiari che non intendono perdere l’incremento e ricevere soltanto il valore minimo debbono ricordare di aggiornare il proprio Isee quanto prima. Potranno farlo con la presentazione della Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), entro e non oltre il prossimo 28 febbraio.