Chi percepisce le pensioni minime, inferiori ai 600 euro promessi, si chiede come mai non siano ancora scattati gli aumenti.
Con la tanto attesa rivalutazione delle pensioni, l’INPS ha aumentato del 7,3% gli assegni mensili, con diversi scaglioni in base agli importi. Ma chi percepisce la minima non ha ancora visto questo aumento.
Dal 1 gennaio 2023 sono cambiate le regole sulla rivalutazione pensioni: la novità consiste proprio nella contemplazione di sei fasce reddituali al posto delle 3 prese in considerazione in precedenza. La rivalutazione, concepita per adeguarsi ai livelli d’inflazione, è prevista per intero (7,3%) solo per gli assegni che arrivano a 4 volte il minimo, e quindi fino a 2.101 euro; via via che l’importo aumenta (da 5 a 10 volte il minimo) si calcola una rivalutazione in percentuale minore, che va dall’85% al 32%.
L’INPS però si sta muovendo per gradi, e dunque non per tutti sono visibili gli aumenti, soprattutto per coloro che, essendo percettori della pensione minima, speravano di vedere assegni di 600 euro. Andiamo a capire come mai non si è ancora verificato del tutto questo aumento e soprattutto quando i pensionati potranno godere degli attesi 600 euro.
Pensioni minime inferiori ai 600 euro, quando aumentano?
Le pensioni vengono adeguate al costo della vita tutti gli anni, ma a fine 2022 è successo qualcosa per cui si sono innescati dei cambiamenti. Infatti la perequazione ha subito un’anticipazione, a causa dell’improvviso aumento altissimo dell’inflazione. Il MEF è intervenuto proprio a novembre 2022, per aiutare i pensionati a sopperire all’aumento del prezzo di ogni bene e servizio.
L’INPS, seguendo le direttive, ha cominciato a gennaio 2023 a rivalutare le pensioni del 7,3%, concedendo la perequazione piena agli assegni fino a 4 volte il minimo. Poi nel mese di marzo ha cominciato a rivalutare anche gli importi più alti, secondo i nuovi scaglioni previsti dalla Legge di Bilancio.
In pratica manca ancora l’ultimo step, ovvero l’adeguamento straordinario verso le pensioni minime: un +1,6% per il 2023. Non tutti però vedranno questo aumento, poiché è previsto solamente per chi percepisce la pensione e ha più di 75 anni. A breve, dunque, chi rientra in questa categoria vedrà l’assegno salire a 600 euro, invece che ricevere ancora i 563 euro rivalutati del 7,3%. Verranno riconosciuti anche gli arretrati a partire dal mese di gennaio.
Quindi ci vuole ancora un po’ di pazienza, ma poi l’INPS provvederà a regolarizzare tutte le posizioni, in base alla nuova Legge di Bilancio.