La Legge di Bilancio 2023 conterrà numerosi interventi il cui scopo è risolvere molteplici problematiche che attanagliano l’Italia.
Scopriamo come il Governo ha intenzione di agire per dirigere l’Italia verso l’uscita dal profondo baratro scavato dall’inflazione, dalla guerra in Ucraina e dalla pandemia.
Riuscirà il Governo Meloni a risollevare le sorti dell’Italia? I cittadini non attendono altro dopo gli ultimi anni di timori, incertezze, nere previsioni su un cupo futuro. Dallo scoppio della pandemia prima e della guerra tra Russia e Ucraina poi, per gli italiani non c’è stato un attimo di respiro. La crisi economica e la complicata situazione geopolitica internazionale stanno facendo traballare la penisola. Servono, dunque, misure che possano riequilibrare la nazione e dare speranza alle famiglie e alle imprese. Urge un cambiamento e secondo le indiscrezioni sulla Legge di Bilancio 2023 arriverà su più fronti.
Legge di Bilancio 2023 sotto la lente di ingrandimento
Tra gli interventi ipotizzati da ormai diverse settimane c’è la modifica al Reddito di Cittadinanza. Probabilmente sparirà per circa 660 mila percettori ossia coloro che hanno sottoscritto il Patto per il Lavoro e che sono nelle condizioni di poter lavorare. Il sussidio rimarrà unicamente per chi ne ha bisogno reale come gli invalidi, gli over 59 che faticherebbero a trovare un’occupazione e le famiglie con figli a carico. Una stretta che si rende necessaria dopo che tanti beneficiari hanno ottenuto il sussidio illegittimamente – lavorando in nero ad esempio – e molti altri hanno passato anni sul divano invece di cercare lavoro. Poche persone si sono realmente impegnate per trovare un’occupazione e ora si spera che con politiche dal lavoro attive sia possibile per tutti riuscire a guadagnarsi un’entrata mensile rimboccandosi le maniche.
Il Governo definirà i dettagli delle modifiche proprio nella Legge di Bilancio. Ad oggi sono aperti diversi scenari. La perdita del sussidio dopo 18 mesi di ricariche per incentivare la ricerca del lavoro, la sospensione per sei mesi oppure un’erogazione di qualche mese in più solo per chi partecipa ad un corso di formazione. Poi si parla di gradualità nell’esclusione dei percettori, con riduzione dell’importo secondo diverse tempistiche o di perdita del sussidio dopo un solo rifiuto di un’occupazione. Insomma un lavoro impegnativo per l’esecutivo che si spera possa dare i suoi frutti.
Altre questioni sul tavolo di lavoro
Obiettivo del Governo è aumentare l’importo dell’Assegno Unico Universale partendo dalle famiglie con 4 figli e con gemelli fino a tre anni per arrivare, poi, a sostenere tutti i nuclei con figli a carico. Gli incrementi dovrebbero essere compresi tra 100 e 200 euro ma la riforma è ancora tutta da definire nel dettaglio. Per sostenere i lavoratori, invece, si pensa di far salire il taglio del cuneo fiscale al 3% nel 2023. Beneficiari della misura sarebbero tutti coloro che percepiscono redditi sotto i 35 mila euro. Sotto i 20 mila, invece, si potrebbe aggiungere un punto percentuale.
La flax tax per gli autonomi al 15%, invece, potrebbe essere alzata da 65 a 85 mila euro. Rimane, poi, il dubbio riguardante l’Amazon TAX ossia l’imposta sulle consegne di beni acquistati in rete e consegnati con mezzi inquinanti. Per le multinazionali il problema sarebbe minore, ma le piccole aziende come potrebbero sostenere una spesa aggiuntiva? Allora il Governo potrebbe dirottare su un aumento dell’imposta sui servizi digitali.
E poi ci sono le pensioni
Un ultimo importante argomento sul tavolo di lavoro riguarda le pensioni. L’ipotesi attualmente più attendibile è Quota 103 con l’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni con 41 di contributi maturati. Un’altra soluzione ponte, dunque, nell’attesa che si realizzi una riforma strutturale che garantisca quella flessibilità richiesta dai lavoratori. Sembrerebbe confermata, infine, la proroga di Opzione Donna e dell’APE Sociale.