Tempi e modalità per presentare la domanda di pensione a fronte dello svolgimento di un lavoro usurante: ecco come fare.
Per l’anno 2023, il sistema pensionistico è stato messo a punto attraverso una strategia volta a favorire l’anticipo laddove possibile. La stessa Quota 103, il meccanismo principale per l’accesso alla pensione, è pensato come una orma di uscita anticipata.
Non è tuttavia l’unica preista. Nel messaggio 1100 del 21 marzo 2023, infatti, l’Inps ha messo a disposizione dei contribuenti il quadro definitivo per le domande di pensione riguardanti i lavori cosiddetti usuranti. Nel linguaggio tecnico, si parla di mansioni gravose o usuranti, il cui svolgimento dà diritto alla pensione anticipata. Attenzione alle scadenze: la data ultima per la presentazione delle istanze è issata all’1 maggio 2023. Chiaramente, il riconoscimento dell’assegno pensionistico in orma anticipata è subordinato alla verifica dei requisiti preisti dalla normativa vigente. L’Inps stesso precisa che la domanda potrà essere presentata dai dipendenti del settore privato che avranno maturato il diritto alla pensione di anzianità attraverso il cumulo della contribuzione versata in una delle gestioni speciali riguardanti i lavoratori autonomi.
A regolare il quadro pensioni per i latori usuranti è il cosiddetto Ape Sociale, strumento oggetto di proroga con l’ultima Legge di Bilancio, finalizzato alla predisposizione del programma previdenziale per il gruppo di professioni considerate gravose per chi le svolge. Di recente, l’elenco è stato potenziato, aggiungendo mansioni prima non preiste e permettendo, quindi, a più lavoratori di rientrare potenzialmente nel meccanismo di uscita anticipata. La branca dell’Ape destinata ai lavori gravosi permette la pensione in anticipo a quanti avranno raggiunto i requisiti minimi anagrafici e contributivi. Nella fattispecie, i 63 anni di età e almeno 36 di contributi.
Pensione anticipata per i lavori gravosi: requisiti per categoria
Il messaggio dell’Inps ha fornito le indicazioni necessarie per coloro che, perfezionando i requisiti entro il 2024, hanno maturato (o matureranno) il diritto alla pensione anticipata. L’iter sarà necessario per il vaglio delle domande e, di rimando, alla valutazione delle carriere, al ine di appurare l’effettivo svolgimento dei lavori rientranti nel maxi-gruppo degli usuranti o gravosi. Potranno presentare la propria domanda anche i lavoratori del settore privato, a patto che raggiungano il diritto alla pensione di anzianità tramite il meccanismo del cumulo contributivo, nello specifico tramite la contribuzione versata in una delle gestioni speciali dedicate. a ricordato, tuttavia, che ai sensi della circolare n. 90 del 2017, valgono tuttora i principi dell’affrancamento dal parametro della speranza di ita, che non sarà riconosciuto ino al 31 dicembre 2026. La domanda (e questo vale per ogni categoria di lavoratore) dovrà essere trasmessa per via telematica, assieme al cosiddetto modulo AP45, relativo alla documentazione minima.
Domanda oltre la scadenza: cosa accade
Come detto, l’1 maggio sarà il termine ultimo per il riconoscimento dei requisiti per l’anno in corso. In caso la domanda dovesse pervenire all’Inps oltre la data in questione, si andrà incontro al differimento della decorrenza della pensione. Secondo quanto previsto dalla normativa, si procederà come segue:
- ritardo pari o inferiore a un mese: un mese di differimento;
- tra uno e tre: due mesi;
- oltre tre: tre mesi.
Autonomi e dipendenti: cosa ambia
Un ruolo importante è rivestito dalla categorizzazione delle mansioni. Nello specificò, il sistema della pensione anticipata per gli usuranti individua due distinti sottogruppi. In primis i lavoratori in mansioni particolarmente usuranti, equiparati ai lavoratori della linea catena, oltre che ai conducenti di veicoli adibiti a servizio di trasporto collettivo pubblico. Rientrano nel quadro anche i lavoratori notturni che svolgono la propria mansione secondo una turnazione apposita, per un numero complessivo di giorni lavorativi pari ad almeno 78 all’anno. Per costoro, la distinzione nel trattamento avverrà in base alla tipologia di lavoro solta:
- dipendenti: almeno 35 anni di anzianità contributiva e un minimo di 61 anni e 7 mesi di anagrafica, per una quota complessiva di 97,6.
- autonomi: a cambiare sarà la sola età anagrafica, richiesta pari o superiore a 62 anni e 7 mesi. La quota complessiva sarà pari a 98,6.
Il periodo di maturazione dei requisiti è compreso tra l’1 gennaio 2024 e il 31 dicembre dello stesso anno.