Lavorava 14 ore al giorno per portare a termine le consegne del Black Friday. Ha avuto un infarto sul suo furgone ed è morto così, tra una spedizione e l’altra.
Il corriere W. N. di 49 anni è morto durante le consegne nella settimana del Black Friday. Da sette giorni lavorava 14 ore al giorno, la sua morte sarebbe stata evitabile?
La morte sopraggiunge per tutti gli esseri umani, prima o poi, indipendentemente dal colore della pelle, dal conto in banca o dalla bontà d’animo. Nessuna diversità in questo ma il modo di morire, quello sì che fa la differenza. Si può morire a 30 anni a passeggio con la figlia travolta da un camion? O a sette anni investito da un autobus? Sono tragedie a cui non c’è una risposta, che non si comprendono e risultano inaccettabili. Si aggiunge alla lunga lista un altro decesso, quello di W.N. che a soli 49 anni ha avuto un infarto nel suo furgone. Lavorava come corriere e nell’ultima settimana della sua vita ha passato 14 ore al giorno a fare consegne per il Black Friday. La storia giunge dall’Inghilterra ma qualsiasi altra nazione, anche l’Italia, sarebbe potuta essere protagonista della tragedia.
Black Friday, testimone silenzioso di una tragedia
W.N. è stato trovato accasciato al volante del suo furgone fermo in un deposito di un’azienda di spedizioni veloci. La tragedia si è consumata nel Kent e a scoprire l’accaduto i colleghi della vittima. Hanno pensato che dormisse per la stanchezza di una stremante settimana lavorativa ma la realtà era ben peggiore. Il cuore del corriere aveva ceduto non reggendo lo stress della continua corsa da una parte all’altra della contea.
I colleghi hanno inizialmente bussato al finestrino per svegliare l’uomo, poi hanno compreso la necessità di sfondarlo intuendo la gravità della situazione. I tentativi di rianimazione con massaggio cardiaco e defibrillatore non sono serviti a riportare in vita W.N., ormai il suo destino si era compiuto. Quei 150 pacchi da consegnare al giorno secondo imposizione aziendale sono risultati fatali.
Quando il lavoro uccide
Da lavoratore autonomo lo stipendio si crea in base al lavoro che si svolge. W.N. cercava di portare a casa una retribuzione più elevata per la sua famiglia acconsentendo alle spinte da parte dei manager di ingranare la quinta nella settimana del Black Friday. Una dipendente della stessa azienda per cui il corriere svolgeva le consegne ha affermato che le direttive erano chiare, smaltire il magazzino e consegnare i pacchi a qualunque costo. E il costo in questa vicenda sarà l’assenza di un padre per una ragazza di 14 anni.
Succede solo in Inghilterra? Naturalmente no, alcune condizioni di lavoro sono disumane soprattutto se rapportate allo stipendio ma spesso non c’è nessuna tutela per i lavoratori. Volete un esempio italiano? Un rider di giovanissima età ha perso la vita mentre tentava di rispettare l’orario delle consegne e non perdere un lavoro mal retribuito. La mattina dopo il decesso gli arriva una email di licenziamento per non aver portato a termine i suoi compiti. Ognuno tragga le proprie conclusioni.